Simone Alliva e ‘L’Espresso’ proseguono la disinformazione sulla comunità asessuale italiana

Comunicato del Collettivo Asessuale Carrodibuoi.

Prosegue il comportamento deleterio della stampa italiana nei confronti delle persone asessuali.

Dopo due articoli estivi, pubblicati da Il Foglio e dal Corriere della Sera, fortemente lesivi della nostra dignità e da noi denunciati, un nuovo articolo pubblicato su “L’Espresso” del 18 settembre 2022 prosegue nell’invalidazione e nella diffamazione della comunità asessuale italiana.

Ciò che è più grave è che questo ultimo articolo porta la firma di una persona, Simone Alliva, nota per essere molto attiva nelle campagne a favore dei diritti delle persone Lgbt in Italia, ma che non sembra avere la medesima sensibilità se le tematiche non lo riguardano troppo da vicino.

Non riteniamo onesto collegare il tema del calo della libido, vero o presunto, delle persone eterosessuali, con quello delle rivendicazioni delle persone asessuali. Il nostro è un orientamento caratterizzato da assente o bassa attrazione sessuale per qualunque genere, e non riguarda la libido, il desiderio, l’esistenza o la frequenza di relazioni sessuali. In un articolo sulla libido, si prega di parlare di libido e di tenerci fuori. 

Vorremmo inoltre fare sapere ad Alliva che collegare un orientamento sessuale con una fascia di età, la generazione Z, e ricondurre tutto ai “giovani che fanno meno sesso perché la società, internet, la pornografia” è profondamente offensivo nei confronti di persone asessuali di tutte le età, e che sarebbe come dire che i gay sono tutti giovani. L’attivismo asessuale nasce negli anni settanta, e il lavoro delle persone attiviste va riconosciuto e rispettato. 

E’ discutibile, soprattutto se proviene da chi vanta anni di militanza queer, anche il fatto di interpellare medici e psichiatri sulla natura e le “cause” di un orientamento sessuale. Alliva lo farebbe parlando di omosessualità? Tirerebbe fuori il postmoderno, i traumi e l’intellettualizzazione? Crediamo proprio di no.

L’articolo cita una ricerca dell’Università la Sapienza; benissimo, è una buona ricerca e molte persone asessuali hanno collaborato alla raccolta dati. Ma anche qui rileviamo delle scorrettezze nell’interpretazione dei dati: il fatto che più persone di genere femminile si dichiarino asessuali non indica di per sé che le persone di genere maschile asessuali siano di meno, ma che siano in meno a dichiararsi tali, per una serie di motivi che meriterebbero un’inchiesta a parte.

Inoltre non viene citata la persona, attivista asessuale, che è il vero motore della ricerca stessa: Caterina Appia, che ha utilizzato i dati della ricerca per la sua tesi di laurea, e che ha reso disponibile su ko-fi la parte introduttiva in e-book (disponibile qui), ottimo compendio per chi volesse davvero capire qualcosa sul mondo asessuale. Citare Lingiardi come se la ricerca fosse sua, mentre non ha avuto alcun ruolo in essa, è inqualificabile. 

Consideriamo infine deplorevole anche il comportamento di Alliva che, visti alcuni commenti critici al suo articolo sui suoi profili social, ha pensato bene di cancellare i commenti, bloccare chi li aveva scritti, e pubblicare senza autorizzazione immagini di profili altrui, con commenti di scherno.

Il Collettivo Asessuale Carrodibuoi, in occasione della settimana della consapevolezza asessuale, che si terrà dal 23 a 29 Ottobre, invita Simone Alliva ad un approfondimento sulla tematica dell’orientamento asessuale, delle problematiche delle persone asessuali ed aromantiche, e del loro posto, in quanto tali, all’interno del mondo Lgbtqia+ italiano.

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