Il ruolo di Internet per il movimento asessuale nel mondo

Il sito di CNBC18, canale TV indiano del gruppo statunitense CNBC, ha recentemente pubblicato un articolo sul ruolo di internet nel mettere in contatto fra loro persone asessuali, per far prendere loro consapevolezza del proprio orientamento e fare rete.

Si raccontano alcune esperienze, come quella della dottoressa Pragati Singh, che, in un contesto difficile come quello indiano, “ossessionato dai matrimoni” ha aperto nel 2014 un sito con lo scopo di riunire le persone ace e formare una comunità. Così è nato Indian Aces, che da semplice sito e gruppo chiuso su facebook, è diventato un movimento gestito da volontari, non più solo online, che ha anche vinto dei premi ed è riuscito ad avere delle sovvenzioni. Proprio la difficoltà del contesto indiano, ostico nei confronti delle tematiche queer e in particolare dell’asessualità, ha spinto Pragati Singh, che ha una formazione medica, a creare una comunità che offrisse comprensione, accoglienza e risposte. Ciò che le ha permesso di iniziare, racconta, è stata una società di web hosting che le ha offerto uno spazio su un dominio, e l’ha aiutata a costruire un sito da zero. Da allora, la crescita è stata continua.

Sempre in India, Bhavesh Arora, albergatrice di Gurguram (città nella regione di Delhi), che partecipa con la sua esperienza al progetto Humans of Queer, racconta di aver capito grazie alla rete e al confronto online con altre persone  il proprio orientamento.

“All’inizio pensavo di avere paura del sesso. Ma dopo aver passato ore a fare ricerche sull’asessualità su Internet, ho capito di essere una persona asessuale… in precedenza avevo pensato di essere ‘anormale’, ma dopo aver trovato la comunità asessuale, ho imparato che ce n’erano molti altri come me”.

Non è insolito che le persone si sentano fuori luogo o, come dice Arora, “anormali” quando si trovano diverse da ciò che è inteso come “la norma”. L’articolo riporta anche un’intervista della BBC ad Anahí Charles, attivista ace messicana, che ha raccontato una storia per molti versi simile. “Ha detto che stava negando anche a se stessa di non provare attrazione sessuale per nessuno. È anche andata a farsi visitare dal medico per verificare se c’era qualcosa che non andava in lei. Facebook è venuta in suo soccorso ed è lì che ha scoperto per la prima volta l’asessualità e si è resa conto di quanto potesse relazionarsi con essa. Un anno dopo, è diventata l’amministratore di un gruppo asessuale su Facebook in Messico”.

Un’altra storia è quella di Marisa Manuel, dagli Stati Uniti, che non riusciva ad accettare il proprio orientamento perché al liceo le dicevano che “le persone asessuali vogliono stare sole” e invece lei aveva voglia di amicizia e socialità. Grazie ad Istagram, ha capito davvero cos’è l’asessualità.

“Marisa sta cercando di aggiungere qualcosa a questo crescente bacino di rappresentanza. In vista della Giornata internazionale dell’asessualità, ha creato AceChat, un account Instagram in cui condivide regolarmente storie di persone diverse che si identificano come ace. Ha ottenuto un’accoglienza positiva e continua a sentire le persone che vogliono raccontare le loro storie. Ora ci sono circa 100 persone coinvolte”.

Persone diversi, posti diversi, canali diversi, conclude l’articolo, ma “Internet è un fattore comune in tutte queste storie, che ha aiutato queste donne  ace a far parte di una comunità piccola ma diffusa. La tecnologia fa grandi progressi ogni singolo giorno, ma sono importanti anche queste piccole vittorie che probabilmente hanno un grosso impatto sulla vita quotidiana delle persone.

CNBC18 non parla di Italia, ma Internet ha aiutato anche noi di carrodibuoi a fare rete, a conoscerci e fare attivismo grazie al sito che da qualche anno generosamente visitate.

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