Almeno lasciateci in pace.

La comunità asessuale non accetta di essere argomento di articoli di gossip.

Ricordate quel giochino da enigmistica, “scova l’intruso”? Si trattava di indovinare in un elenco di parole apparentemente legate fra loro quella che non c’entrava niente. Che so, aquila, aquilino, aquilone e Aquisgrana.

Ed è questa la prima sensazione che abbiamo avuto leggendo l’articolo di Candida Morvillo, pubblicato sul Corriere della Sera, dal titolo “Da Bieber a Simona Tagli. Paura, moda o religione. Perché non lo facciamo”, e come sottotitolo, fra le altre cose:  “Asessuali e matrimoni bianchi”. In questo articolo di gossip che parla con tono da “sentite l’ultima, che strano il mondo!” della castità e dell’astinenza, l’Aquisgrana siamo noi asessuali. Un articolo a pagina intera di quattro colonne sullo strano fenomeno dell’astinenza , che piazza luoghi comuni con un’invidiabile abilità. Dal voto alla madonna di Lourdes di Simona Tagli e la vocazione religiosa di Giacomo Celentano, a Justin Bieber e sua moglie che per motivi loro decidono di non avere rapporti sessuali prima di sposarsi, passando poi per il sempreverde “è colpa dei social se i giovani non fanno più sesso” perché quando leggevi di petting su “Cioè” ti veniva voglia di farlo, ora con internet vedi tutto e non c’è più il fascino del proibito (giuro che hanno scritto anche questo), fino a chiamare in causa le persone asessuali, come esotica curiosità per chi legge il giornale sotto l’ombrellone.

Lo sapete che esiste pure gente che si dice asessuale, e addirittura lo rivendica come orientamento, insinua Candida Morvillo pronta a sganciare la bomba? Ebbene sì, e si lamentano pure che non se ne fa menzione nel ddl Zan. E a questo punto si leggono le uniche parole sensate di tutto lo sproloquio, quelle di una persona attivista, Arono (a proposito, conosciamo Arono, e sappiamo che usa il neutro. Perché nell’articolo usate il femminile?), che prova in poco spazio a spiegare le cose come stanno, cioè che il nostro orientamento non ha rapporto con l’astinenza, semmai con l’attrazione, che ci sono asessuali single e asessuali in coppia o in polecola, insomma quello che si prova a dire da anni dal vivo e su internet, nei pride e nei rari spazi sui media. Ma niente. Chiusa questa parentesi, Aquisgrana fra aquilone e aquilotto appunto, si continua con lo sproloquio e si chiama in causa il medico, il dottorone. “La parola al sessuologo”. Salvo poi scoprire che non di sessuologo si tratta, ma di endocrinologo esperto in disfunzioni erettili, che fa una cosa simpaticissima: riesumando i suoi studi liceali, va a pescare nientemeno che Pietro Aretino, che sebbene castrato, scriveva che lo stimolo sessuale è insopprimibile. Capito? Paragone delicatissimo fra asessuali e persone evirate. E continua, dicendo che i suoi studi mostrano come il desiderio sessuale (che poi noi parliamo di attrazione, ma è talmente infoiato che non vede differenze) viene dall’ipotalamo, e quindi il padreterno (il padreterno? Ma dove ha studiato, con Tommaso d’Aquino?) lo ha messo a pari dignità con la fame e la sete. Che dire di fronte a tanta scienza?

Una cosa la vorremmo dire: la comunità asessuale e aromantica è stufa di essere utilizzata come fenomeno da baraccone e per suscitare curiosità. Conosciamo la violenza di cui è capace la stampa, con noi, con lɜ nostrɜ sibilings trans, bi, intersex, con le persone migranti, con le persone razzializzate, con le persone disabili. E comunichiamo che a questo gioco non vogliamo giocare. Che il giornalismo di gossip continui a parlare di matrimoni e divorzi, di tradimenti e foto rubate, ma lasci stare le nostre vite. Non abbiamo bisogno della vostra attenzione e abbiamo capito che non siete in grado di provare rispetto. Almeno lasciateci in pace.

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