Causeurs e gli “amici” che è meglio non avere

Dire “LGBTABCDEFGHIJKL” e via, talvolta fino alla “Z”, ormai, è una cosa “simpatica” le persone che:

– hanno già compiuto i 60 anni

– leggono i giornali di destra nazionalista

– sono omofobe fino al midollo, ma se lo dici si offendono e cercano di far passare tutto come uno scherzo

Dire poi “pensate, ci sono anche i pansessuali e poi ci sono addirittura gli asessuali” è un intrattenimento riservato a chi appartiene alle tre categorie, e, per giunta, non è neanche una persona troppo sveglia.

Il numero di Causeurs del luglio 2020

Il giornale ultraconservatore1, o, come si dice adesso, “sovranista”, francese “Causeurs”, probabilmente ha come pubblico di riferimento questa ultima crema di lettori, ed ha deciso di pubblicare una colonna a tema asessualità.

I toni usati in questo articolo a firma Sophie Bachat potrebbero fare impallidire la famosa trasmissione di Radio2 di un paio di anni fa, soprattutto per il fatto che, se Paola Perego e Laura Campiglio2 ed i loro autori furono banalmente superficiali, Bachat va oltre, lasciando fraintendere che le persone asessuali siano “una contraddizione del 68”.

“Non ci sono dobbi -scrive- che gli asessuali dicano di essere discriminati a causa della loro condizione: rispetto al godimento senza limiti imposto nel maggio del ‘68, l’asessualità ci ricorda che l’Occidente svenduto la propria moralità religiosa in cambio di un obbligo al piacere. In un mondo dove le femministe fanno i modellini di pasta di sale a forma di clitoride per spiegare come raggiungere l’orgasmo, si capisce che qualcuno voglia saltare il turno”.

Non finisce qui. Bachat ci tiene a precisare che l’asessualità sia una patologia, e che così “la classificava il DSM negli anni ‘80”. Un sottile gioco di parole per dire che l’asessualità era una patologia, ma non dover dire che, nel frattempo, da quel manuale, è stata cancellata.

Dunque, dopo aver detto che siamo, fondamentalmente, persone superflue, l’ultima lettera in ordine di importanza di un acronimo che fa ridere da quanto è lungo, dopo aver detto il falso, parlando di una patologia che non esiste più, Bachat ci include tra i suoi alleati, quelli che le servono a combattere l’obbligo al piacere, reintroducendone, fosse per lei, il divieto. Siamo gli ultimi coglioni, frutto di un patto con il diavolo che ha cambiato una “moralità” ormai idealizzata, con il temutissimo “gender”.

Almeno, chi inizia un discorso così, non provi, in alcun modo, a inserirci nella lista degli “amici”.

Il teorema di Causeurs, comunque, ha due lievi crepe: la prima è che la definizione e la spiegazione dell’asessualità che lei dà è completamente sbagliata. Lei non ha la minima idea di cosa stia parlando: le persone asessuali non sono persone che vogliono saltare un giro, e nella società ipersessualizzata degli Lgbtecc, almeno molte, si trovano a loro agio.

La seconda, viene riportata da un recente articolo a tema asessualità di Psychology Today, rivista specializzata americana, secondo la quale, negli Usa, sono meno del 20% le case nelle quali vive una “famiglia tradizionale”, composta da mammaepapà e i loro figli3 sono il 20% del totale.

I partiti politici che sposano l’ideologia di giornali come “Causeurs” prendono, purtroppo, molti più voti.

In pratica, alla favoletta che raccontano, non ci credono neanche loro.

1 I toni usati, leggendolo velocemente, e senza approfondire troppo, ricordano quelli de “il Giornale” o quelli di “Libero”, ma con meno foto di tette.

2 Laura Campiglio, sembra si sia recentemente scusata di quanto avvenne. Avevo letto la sua lettera su una pagina Instagram a tematica ace (credo fosse aroaceitalia) ma non ritrovo l’originale.

3 Dei quali, si ricorda, uno deve essere biondo

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