Lettera aperta allɜ operatorɜ dell’informazione

Carissimi direttorɜ, redattorɜ, giornalistɜ e operatorɜ dell’informazione

Abbiamo deciso di rivolgerci a voi per denunciare il modo assolutamente insufficiente nel quale l’informazione italiana ha trattato fino ad ora la tematica dell’asessualità.

Negli anni le persone asessuali, e l’asessualità in generale, sono state trattate come curiosità, come “estrema stranezza dei nostri tempi”, con un puntuale (e preoccupante) aumento di articoli pruriginosi nei mesi estivi, da dare in pasto ad un pubblico “balneare”, affamato di argomenti “leggeri”.
In particolare, negli ultimi 10 anni, nonostante si siano formate anche nel nostro paese comunità di persone asessuali, il modo di approcciarsi all’argomento non è mutato.

Quando trattate l’asessualità, questa viene vista come una “scelta”, spesso associata a comportamenti che poco hanno a che fare con un orientamento sessuale (come l’astinenza sessuale, la castità prematrimoniale, le pratiche BDSM, o fenomeni come lo “Hikikomori”). A questo viene affiancata l’opinione di “esperti” più o meno qualificati in materia, spesso dall’ambito medico, che, anche dove non vadano ad invalidare l’esperienza delle persone asessuali, fanno leva sul fatto che, se c’è bisogno del parere di una persona proveniente dall’ambito medico, potrebbe trattarsi di un disturbo di qualche tipo.

Vorremmo chiedervi quale possa essere, secondo voi, la reazione di una persona asessuale, magari in una fase embrionale della propria consapevolezza, di fronte a titoli come “quelli che dicono no al sesso”, quando non a offese, generalizzazioni e prese in giro, anche esplicite che sono uscite sui media in questi anni.

Dietro a certe “etichette”, che vengono considerate, nei vostri servizi, con sufficienza e scherno, ci sono persone. Che magari sono arrivate a darsi quella definizione dopo anni. Nessuno affronta la diversità come una moda. Anche se ad uno sguardo superficiale può sembrare così, distaccarsi da una comoda identità cisgender, un orientamento eterosessuale, relazioni monogame e ben normate non porta alcun vantaggio, anzi. Lo facciamo per necessità e ne paghiamo un caro prezzo, tra cui quello di essere costantemente denigrati dai media.

Questo tipo di “informazione” ha, di base, due alternative. Una potrebbe essere quella di coinvolgere le persone asessuali. Da dieci anni a questa parte, il panorama asessuale in Italia è decisamente cambiato, e si sono create pagine, gruppi, collettivi ed associazioni in materia. Queste associazioni sono disposte a organizzare workshop per i giornalisti, per spiegare in cosa consiste l’asessualità e come trattarla nel modo più opportuno.

Se questa strada fosse proprio impraticabile, il favore che chiediamo è di non trattare l’argomento.
Nessuna informazione è senz’altro migliore di un’informazione pessima.

L’asessualità è un orientamento sessuale che si caratterizza per l’assenza di attrazione sessuale verso qualunque genere. Non è un disturbo del comportamento, né una disfunzione sessuale. Non riguarda il comportamento né le scelte di vita degli individui.

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