Quando non scrive niente, Antonio Gurrado fa il giornalista. E ricicla i suoi luoghi comuni

“Fa buca”, ho pensato appena ho visto che Antonio Gurrado, sul Foglio, aveva scritto un “pungente corsivo”, “Quando non bevo sono astemio. Castità, sesso e altre banalità”, che si rifaceva al capolavoro di ieri di Candida Morvillo sul Corriere, anche lei prossima al premio Pulitzer.

Il contenuto? I soliti luoghi comuni di chi non ha neanche provato a capirci un cazzo, ma che commenta la vita degli altri, cosciente del fatto che questi “corsivi provocatori” li legge chi li pubblica. Forse. 

E chi ha impostato una parola chiave nei motori di ricerca.

Quindi, appena vedo un alert in italiano, penso “vai, ci risiamo, altro articolo simpatico da commentare. E io che volevo rimettermi a posto la collezione di dischi e invece mi tocca rispondere a coso, qui, tale Gurrado, altrimenti sembra che i suoi sproloqui non siano dannosi. E fa caldo, sono vecchio e non ne ho voglia. Che palle. In questo periodo fa buca”.

Il “simpatico corsivo” non è nulla di che. C’è il politically correct bla bla bla, adesso sono tutti stranosessuali bla bla bla, dove andremo a finire di questo passo signora eccetera, e quindi io, che sono furbo, che sono simpatico e che scrivo sul Foglio, vado contro il politically correct, e propongo nel mio “brillante corsivo”, una bella visione originale delle cose: quella delle persone etero, monogame (ma monogame sul serio), magari cattoliche (anche non troppo sul serio), con due figli, dei quali almeno uno biondo (di solito il maschio), e che scopano “regolari”, lui sopra e lei sotto, il sabato, dopo la cena dalla suocera. Perché Gurrado le canta ai “luoghi comuni del pensiero unico imposto”.

Il problema è sorto successivamente, quando ho cercato la foto del buon Gurrado da mettere nell’articolo, e mi è sembrato di riconoscere quella gran bella faccia che si ritrova. Quella strana sensazione di averle già lette, quelle parole. Infatti il fenomeno, aveva già scritto sulla comunità. E, sorpresa, aveva scritto più o meno le stesse cose. Ha mischiato un po’ le parole, ma il concetto rimane lo stesso.

Vale a dire: non solo è un articolo di merda. Ma è pure merda vecchia (e anche questa mi pare di averla già scritta proprio nei confronti di Gurrado. Perdo troppo tempo con lui. Faccio prima a telefonargli).

Gurrado, ma lo sanno al Foglio che ricicli la roba vecchia per i tuoi “potenti corsivi” di metà agosto?

(E se facesse così per tutti gli argomenti? Buoni tutti a scrivere “corsivi” così, però)

Nota: l’autore di questo post si sta pericolosamente avvicinando alla fatidica soglia dei 50. Credo di essere asessuale da sempre, ma ho saputo che esistesse una cosa chiamata “asessuale” quando avevo quasi 30 anni. Hanno cercato di “curarmi” in tutti i modi, e miracolosamente sono riuscito ad evitare certe “terapie” proposte da sedicenti “professionisti”, ed il “mettere su famiglia” come facevano quelli “normali” giusto per copertura. Da più di 10 anni cerco, nei limiti, di spiegare che l’asessualità esiste, è una cosa seria e soprattutto, nulla da reprimere o da curare. Lascio questa piccola bio a disposizione di tutti i Gurrado che parlano di “moda del momento”.

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