Ciao Darwin, appunti sparsi di un programma in declino

Sono ormai due settimane che la polemica continua a imperversare in ambiente LGBT+ e oltre. Molti stasera si sono soffermati su canale5 per vedere quello che è stato messo in scena su questo programma che, ormai dopo vent’anni, si appresta ad un inesorabile declino intellettuale.

Ciao Darwin viene messo in onda per la prima volta nel 1998, ideato da
 Paolo Bonolis e Stefano Magnaghi, e come si legge su wikipedia:

Il titolo della trasmissione ed i suoi contenuti alludono in chiave ironica e parodistica alla teoria dell’evoluzione di Charles Darwin

Due categorie, descritte come due poli opposti, si sfidano in prove di varia natura il cui scopo finale è decretare quale delle due categoria sia quella “più evoluta”. Questo escamotage televisivo è servito durante tutte le edizioni come tramite per affrontare, in maniera leggera, le problematiche sociali Italiane. Durante gli anni il programma si è sviluppato e si è adattato a seconda delle richieste del pubblico ma ha sviluppato anche diversi problemi: l’evidente sessismo e oggettivazione dei corpi, sopratutto quello femminile, che adornano in maniera ossessiva il programma è uno di questi ma c’è altro. Le categorie rappresentate sono sempre stereotipate, prive di qualsiasi profondità e durante gli anni le puntate si sono fatte sempre più provocatorie in maniera sterile.

Gay Pride VS Family Day

Le problematiche che porta con se questo tipo di format televisivo sono abbastanza note, sopratutto per chi ha seguito le vicende annesse che si sono sviluppate in questi anni. Ed è per questo che la reazione di sdegno che ne sono seguite mi hanno lasciato un po perpless*. Molti si sono scandalizzati per la scelta di uno dei temi trattati in questa nuova edizione: Gay pride e Family Day.

In tanti hanno alzato la voce e gridato allo scandalo ma già nella seconda edizione, con Eterosessuali VS omosessuali. La divisione fra LGBT+ e eterosessualità era già stata affrontati nel 2000 con esiti positivi per quanto riguarda lo share. Entrambe le puntate hanno trattato temi complessi in maniera superficiale e, L’unica cosa in cui differiscono, la modalità in cui è stata affrontato il mondo LGBT+. Negli anni 2000 quello che sconvolgeva di più, che faceva più audience e discutere era l’omosessualità maschile.

Fra l’altro in quegli anni, il programma tendeva a dividere le persone AMAB (assegnati maschile alla nascita) e AFAB (assegnati femminile alla nascita) in due squadre diverse, con l’unico scopo di affrontare temi socialmente percepiti come esclusivi di un genere. Rispecchiando una cultura binaria e affrontando i temi delle serate in maniera sessista. Con il progredire degli anni questo aspetto ha cominciato a sparire e nella quinta edizione del 2007, infatti, si è tenuta la sfida Etero vs Gay in cui le squadre erano miste. Solo nella sesta edizione, tenutasi nel 2010, si è persa totalmente la divisione delle squadre in base al genere e si è perso in questo modo anche una delle componenti più sessiste e binarie del programma.

Questione di discriminazione o populismo?

Più che una questione di omofobia Family Day VS Gay pride ha presentato tutte le problematiche presenti in tutte le altre sfide. Nello specifico questa puntata ha mirato a ironizzare su degli aspetti macchiettistici di entrambe le fazioni. Ad esempio, al momento della sfida della macchina del tempo si è riproposto la figura macchiettistica del gay isterico per gay pride e per family day della madre anch’essa isterica.

D’altra parte il programma non si schiera mai apertamente, esso mette in scena e rappresenta due poli stereotipati diversi di uno stesso problema ironizzando su entrambi. La realtà è ovviamente molto più complessa. Non si divide fra due poli come accade in questi tipo di programmi che, haimè, prediligono un approccio nettamente semplicistico e populistico.

Conclusioni

Il tentativo di fare audience trattando un argomento cosi critico probabilmente riuscito alla perfezione. Molti avranno visto il programma per vedere dove la situazione sarebbe andata a parare, molti saranno stati curios* ed altri l’avranno visto per criticarlo ma è questo lo scopo di ciao Drawin: Fare audience.

Commentando in particolare gli ospiti e capitani delle rispettive squadre di Pride vs Family day ci sono stati dei momenti clou. Goiuseppe Povia, capitano di family day, ci ha regalato dei momenti Trash impagabili. Nella prima prova prevista dalla trasmissione, quella canora, il cantante che si autocelebra tentando di apparire umile,e fa cantare al suo gruppo una delle sue canzoni. Valdimir Luxuria, capitana di gay pride, da suo canto, invece inizia con spirito meno autoreferenziale parlando in breve della storia dei pride.

La parte più critica, quella che dovrebbe essere più educativa, è rappresentata dal momento del dibattito. Povia prende subito parola e parte con un semi-comizio sulla concezione di famiglia naturale. Luxuria risponde ribadendo il diritto di autodeteminazione ampliando il concetto di famiglia. Successivamente la situazione sfugge di mano e con commenti, più o meno comuni, da entrambe le parti il dibattito che si è acceso. L’unico momento che poteva essere quantomeno costruttivo si è sviluppato come una bolgia di opinioni e insulti che volavano da una parte all’altra.

Una cosa che non poteva mancare sono le solite argomentazioni sui i bambini, citati costantemente invano, anche questa volta. In conclusione al dibattito Povia se ne esce con una delle sue solite affermazioni su quello ch lui chiama “l’utero in affitto”, ovvero la GPA, sparando affermazioni di stampo. Dopo un iniziale boato da parte del pubblico Luxuria prende parola e chiarisce la sua posizione. Dopo essersi dichiarata pro gestazione assistita, effettuata in maniera gratuita, porta alla luce una delle problematiche meno affrontate della GPA a pagamento: l’utilizzo di quest’ultima da parte di coppie eterosessuali.

Il discorso viene interrotto per questioni di tempistiche dal conduttore Paolo Bonolis. Non c’è tempo per parlare di questi argomenti in programmi del genere. Lo show deve andare avanti e cosi farà Ciao Darwin è andrà avanti finché otterrà audience.

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