GQ: Asessuali, chi sono e cosa sentono coloro che vivono l’amore senza desiderio sessuale
Testata: GQ
Data: 13/03/2019
Titolo: Asessuali, chi sono e cosa sentono coloro che vivono l’amore senza desiderio sessuale
Link: https://www.gqitalia.it/lifestyle/article/asessuali-chi-sono-e-cosa-sentono-amore-senza-desiderio-sessuale
Un movimento ancora relativamente poco conosciuto che si è diffuso e vive soprattutto sui social network. Chi sono coloro che si considerano gli appartenenti ad un quarto orientamento sessuale
Autore: GQ
Omosessuali, eterosessuali, bisessuali e, oggi, asessuali: quando si parla o si scrive di orientamento sessuale e identità di genere, abbandonando le suggestioni del senso comune e della scienza da bar, la profondità del tema deve impedire di affrontarlo con superficialità. Il progresso culturale degli ultimi decenni (pur con parte della società che sembra essere rimasta o voler tornare al Medio Evo) ha compreso che gli esseri umani non si distinguono in contenitori rigidi: oggi, infatti, sappiamo che l’identità sessuale di un individuo si definisce attraverso categorie diverse, i cui confini possono essere estremamente flessibili.
Spesso, però, quando si impone un fenomeno nuovo, per essere capito, il nostro cervello ha la necessità di inserirlo in una categoria. È un bisogno umano che serve a non perdersi nella miriade di informazioni da cui veniamo bombardati. Ma questo modo di ragionare e di affrontare le questioni che cambiano la società allontana quasi sempre dalla realtà, perché una volta etichettata la situazione o il soggetto, il nostro cervello non si fa più domande. Si chiude perché ha classificato, analizzato e archiviato.
Un quarto orientamento
Oggi, più che mai i temi dell’identità e dell’orientamento sessuale si trovano al centro dell’attenzione. E diciamo anche più che giustamente, dato che non pare affatto risolto il tema, per esempio, della discriminazione della comunità LGBT. E quando ci troviamo di fronte a nuovi «movimenti» che riguardano l’orientamento sessuale, ci mettiamo subito sulla difensiva.
Dicevamo, gli asessuali. Anche qui un termine che ci serve, ma che serve anche a loro, per identificarsi. «È un movimento ancora relativamente poco conosciuto – ci spiega Valentina Cosmi, psicologa, psicoterapeuta della SISP, sessuologa clinica ed esperta in Educazione Sessuale – Si è diffuso e vive soprattutto sui social network e si considerano gli appartenenti ad un quarto orientamento rispetto a etero, omo e bisessuale. Non si sa ancora molto e spesso le informazioni che si leggono in Rete sono inesatte. Secondo i dati, comunque, si tratta di una comunità che comprende l’1% della popolazione globale; anche se, a seconda dei criteri utilizzati, questa percentuale sembra variare dallo 0,6% al 5,5%».
Una community, una domanda
Sfogliando i forum su AVEN, la comunità degli asessuali, molti giovani che entrano nella community, pongono tutti la stessa domanda: «Sono asessuale?». Ecco una delle risposte di chi pare si sia già chiarito le idee: «Siamo persone che hanno scoperto che nessuna delle etichette di orientamento sessuale disponibili ci appartiene. Non esiste un modo “corretto” di essere asessuali. Io scelgo di rinunciare al modello di orientamento sessuale precostituito e costruisco la mia interpretazione personale del mondo, sulla base di come io effettivamente lo sperimento. Il sesso è stato storicamente associato alla virilità e al potere, alla forza e al dominio. E questi termini hanno fissato gli standard per tutti noi. Ma poi vedi persone che sono radicalmente diverse da quell’ideale e si chiedono però se la loro mancanza di voler accoppiarsi, sia legittima o patologica. Per me è legittimo. Ci sono tanti modi per amare le persone che non hanno nulla a che fare con il sesso. Su una cosa, però, do credito agli psicologi, quando dicono che se questa condizione provoca angoscia, può trattarsi di un “disordine”. Quindi a tutte le nuove persone che si sentono turbate dico se c’è qualcosa che causa angoscia, investigatelo. Qualunque cosa si scopra almeno sarete in grado di affermarlo con sicurezza. In entrambi i casi, si vince. Essere fedeli a se stessi è sempre una buona guida».
Una condizione naturale
Sembrerebbe tutto chiaro, ma così non è. Da parte della comunità scientifica non c’è ancora una opinione unanime, sono troppo pochi gli elementi per offrire una esaustiva interpretazione del fenomeno e gli studi sono ancora molto limitati: «È così. Loro parlano di asessualità come parte integrante della loro identità, di condizione naturale e non di scelta. Semplicemente, affermano, di non aver interesse nei confronti del sesso e che il fatto non rappresenti un problema. E, infatti, non cercano alcun sostegno per accettare quella che per loro è semplicemente una condizione naturale. Per questo la comunità scientifica è diversamente interessata al fenomeno. Nel senso che alcuni studi hanno tentato di verificare un’eventuale correlazione tra asessualità e aspetti come basso desiderio sessuale, alessitimia, disturbo schizoide di personalità; ma anche in questo caso, in considerazione dell’esiguità dei campioni presi in esame non possiamo trarre particolari conclusioni. Altri studi, invece, hanno valutato la correlazione tra asessualità, stato socio-economico, condizioni di salute, notando una prevalenza di donne, con uno sviluppo puberale tardivo e basso livello culturale. Di certo è evidente che è indispensabile entrare più in punta di piedi sul tema, attendendo di avere a disposizione maggiori elementi per esprimersi, anche rispetto alla possibilità di considerarlo un orientamento sessuale. Indipendentemente dalle classificazioni, uno spunto interessante di riflessione potrebbe essere quello di approfondire la volontà di definirsi per negazione».
Alcune contraddizioni
Insomma, c’è ancora molto da capire sul movimento degli asessuali. Se si vuol farlo, ovviamente. Se si è aperti e curiosi, se pensiamo che mettere in discussione ciò in cui abbiamo sempre creduto, ci offra l’opportunità di arricchirci: «È una condizione che crea numerosi interrogativi soprattutto tra noi psicoterapeuti e psicoanalisti costantemente interessati a capire i perché di ciò che riguarda il poliedrico funzionamento della sessualità umana. Ma al momento, come già detto, non si hanno abbastanza elementi e alcuni sono contrastanti. Un esempio su tutti: sappiamo che non provano attrazione sessuale e sappiamo che questo non rende le loro vite peggiori o migliori. Però sappiamo che molti sperimentano forme di attrazione, di eccitazione, alcuni possono occasionalmente masturbarsi. Tutto questo, però, dicono, non è legato al sesso. È chiaro che queste contraddizioni creino quantomeno dubbi e perplessità».