Asessuali: queer tra l’incudine e il martello

“Le persone asessuali -dichiara Micheal Dore, dell’ufficio stampa dell’Asexuality Visibility and Education Network (AVEN)- stanno passando la fase nella quale le persone bisessuali sono passate qualche anno fa (e a dir la verità, continuano a stare nda): sono tra l’incudine e il martello: non si sentono a loro agio in quella che è la società eteronormativa, ma si sentono anche rifiutate dalla comunità Lgbtqia, alla quale molte di loro sentono di appartenere a pieno”.

Nota: la nostra esperienza italiana non coincide esattamente con quella riportata da Dore: gli episodi di discriminazione verso i gruppi asessuali sono pochissimi e stanno costantemente diminuendo.

Il fondatore di Aven, David Jay chiarisce perché si possono verificare casi di esclusione verso le persone asessuali, e che ciò accade principalmente per due motivi: “il primo è che il Pride viene considerato come una celebrazione della libertà sessuale e che suona strano vedere che gli asessuali ne facciano parte”. Ma queste cose “sono centrali nei valori della comunità asex. Noi crediamo che la liberazione sessuale significhi avere il diritto di fare, o di non fare, uso della propria sessualità”.

La seconda ragione è quella secondo la quale le persone asessuali non sarebbero discriminate abbastanza da poter entrare nei Pride. “Per me, e per molte persone nella comunità ace abbiamo dovuto combattere una battaglia contro una società che ci dice che l’amore è valido soltanto se comprende un atto sessuale”.

“Le persone asessuali -prosegue- o almeno molte di esse si identificano come queer, o si identificano con il lavoro dei movimenti queer, e si prestano a compiere questo stesso lavoro, perché sentono che ci sono dei punti in comune. Le persone asessuali vogliono fare parte di un grande movimento queer intersezionale, perché abbiamo delle identità intersezionali e perché stiamo lottando per cose veramente simili”.

“Certo che ci sono anche cose con le quali non abbiamo a che fare. Prendiamo questo caso: ci sono delle persone che si definiscono asessuali, cisgender ed eteroromantiche, e statisticamente non sono la maggioranza (un risultato simile è venuto fuori anche in una piccola ricerca fatta nella comunità asessuale italiana, dove le persone che si dichiaravano cisgender eteroromantiche erano circa un terzo del totale nda). La comunità queer potrebbe pensare: ‘ma perché dobbiamo spendere tempo e risorse verso di loro e non verso coloro che sono sistematicamente vittime di violenza?’ Se ci confrontiamo con le persone transessuali di colore, certamente, non subiamo lo stesso tipo di violenza”.

Per quanto la patologizzazione, l’invalidazione e, spesso le violenze, anche fisiche, alle quali sono sottoposte le persone asessuali, non sono proprio da considerarsi esattamente una settimana di vacanza.

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