Nei libri queer, quasi solo maschi bianchi

In tempi di Pride, la polemica sulla rappresentazione della comunità Lgbtqia+, o meglio, di quantocome vengano rapprensentate le varie parti della comunità sui media, puntualmente, fa capolino.

Amy Depoy in un articolo uscito recentemente su Advocate, la storica rivista americana di area, riferendosi a Queer Eye, uno show televisivo (che credo sia stato mandato in onda anche in Italia, per un po’) rivendica come la comunità Lgbtqia+ debba prendere in considerazione tutti i generi, tutte le espressioni di genere e tutte le razze.

Ma in una ricerca, pubblicata dal Journal of Lesbian Studies, emergerebbe che, nonostante vengano stampati sempre più libri con protagonisti queer, più della metà di questi raccontano esclusivamente storie di uomini gay, cisgender, quasi sempre bianchi.

Torna quindi il vecchio dibattito se tutto l’associazionismo in materia, e un po’, per esteso, tutto il mondo Lgbtqia+, non sia, in realtà, una specie di club per soli bianchi, all’interno del quale vengono riportate tutte le discriminazioni del “mondo di fuori”, contro le persone non bianche, contro le donne eccetera. E questo non succede soltanto quando si parla degli Stati Uniti.

Secondo Laura M. Jimenez, autrice della ricerca, meno del 10% dei libri ha una lesbica tra i protagonisti. Restano minuscoli anche il numero di protagonisti bisessuali (anche loro, come le presone asessuali, sono risaputamente invisibili) e di quelli transessuali, e questo sarebbe dovuto comunque ad una forma di sessismo esistente all’interno della comunità.

“Penso che possiamo essere d’accordo nel dire che la rappresentazione sia importante -dice Amy Depoy- perché vogliamo che le persone siano in grado di riconoscersi nei libri, nella tv e nei film di qualità. Specialmente per le persone più giovani, che stanno trovando la loro identità, aiuta molto vedere una varietà di personaggi ai quali poter fare riferimento. Per favore, fate produzioni dove si veda un universo più variegato per mostrare anche al pubblico mainstream una rappresentazione migliore della comunità Lgbtqia+”.

 

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