Sondaggio sulla comunità asessuale italiana 2018
È stato effettuato, attraverso i social network un sondaggio per capire quella che potrebbe essere la realtà asessuale italiana, e ciò che ne consegue.
Premetto subito che il sondaggio non vuole avere nessun valore scientifico, è stato condotto mediante la pubblicazione su varie piattaforme ed è stato dato il libero accesso agli utenti che avessero voluto parteciparvi, senza nessuna selezione, se non quella fatta attraverso le domande del sondaggio stesso.
Potrebbero quindi risultare falsati alcuni risultati ma, dobbiamo dire che, data la specificità dell’argomento, la ristrettezza numerica delle varie comunità alle quali questo sondaggio è stato posto ed il fatto che l’argomento sia di interesse solo delle persone che si riconoscono in queste comunità, e poche altre, i dati presentati, lontani dal voler rappresentare tutta la comunità al punto percentuale, possono comunque dare uno spaccato di come siano composte le realtà asessuali italiane.
Il questionario seguiva due “strade” dopo aver risposto alla domanda se la persona in questione si riconoscesse o meno nello “spettro” asessuale.
In questa fase si prenderanno in considerazione solo le risposte, quindi, di persone che si sono dichiarate dentro lo spettro.
Il campione asessuale che ha risposto al sondaggio è composto, per la maggior parte, di persone sotto i 30 anni (come era facile immaginarsi avendo utilizzato i social network come base principale), per il 66% dei casi.
La maggior parte vive con la famiglia di origine, (64%, con ovvie punte del 95% tra le persone sotto i 20 anni, mentre si scende attorno al 30% una volta superati i 30 anni), il 23% vive solo, mentre il 3% convive con la persona con la quale ha un rapporto affettivo, quasi tutti nella fascia dopo i 36 anni.
L’identità di genere dei partecipanti è suddivisa tra maschi cisgender (25%, dove per cisgender ci si riferisce a persone che si identificano nel sesso alla nascita), femmine cisgender (44%) e persone non cisgender per il restante 31%. Si noti che la scelta dell’identità di genere era esplicita, e si è esplicitato il significato della parola cisgender ed il fatto che riguardasse la maggior parte delle persone e che sarebbe stata la scelta da fare se non si fosse mai sentito parlare di identità di genere.
Le persone che si sono definite di un genere diverso da cisgender, hanno scelto queste risposte: transgender FTM per il 24% dei casi non-cis, 21% non binario, 17% gender questioning, 12% agender, 7% genere non conforme, 7% genderqueer, 2% androgino.
Il 10% ha selezionato preferirei non dirlo, ed è stato inserito tra i non cisgender. Nessuno ha scelto le seguenti opzioni (che erano presenti): Bigender, Transgender MTF, Transgender non medicalizzat*, Pangender.
Per quello che riguarda l’orientamento romantico dei partecipanti, il 40% si è dichiarato eteroromantico, il 14% aromantico, il 9% Omoromantico, il 30% ha scelto tra bi, pan e poliromantico, mentre il restante 7% ha scelto altre ipotesi.
Incrociando i dati di identità di genere e orientamento romantico quello escono dati interessanti, primo tra i quali che le persone che si sono dichiarate esplicitamente eteroromantiche e cisgender (i cosiddetti cis-etero) costituiscano una minoranza del campione: sono il 36% di cis-etero tra le persone interpellate. Si potrebbe quindi concludere che le persone asessuali cisgender non eteroromantiche siano il 33%.
Come è già stato detto, questa indagine non vuole avere la pretesa di alcuna rilevanza statistica, ma l’enormità di questo dato (basti pensare che sarebbe enorme anche laddove fosse il 36% degli intervistati a non essere cis-etero) deve aprire una discussione all’interno della comunità, soprattutto in quegli ambienti asex dove la questione dell’identità di genere viene sottovalutata, sminuita, derisa o neanche presa in considerazione, e da parte di chi fuori dalla comunità asessuale, ci considera, appunto, cis etero che vorrebbero “giocare” a fare i “diversi”.
Se sia confermato il dato del 64% di non cis-etero appena uscito, o se ne venga stabilito un altro, è questione da lasciare a chi fa questo tipo di rilevamenti per mestiere. Di certo, possiamo affermare che le persone non cis-etero costituiscano una fetta rilevante della comunità asessuale e vanno tenute in dovuto riguardo.
L’orientamento sessuale, all’interno dello spettro, invece vede un 56% di persone che si sono definite “asessuali”, un 29% di demisessuali e un 12% di gray-ace. Le persone demisessuali hanno una percentuale vicina al 30% tra le persone etero e bi-pan-poli romantiche, ma toccano il 50% tra le persone omoromenatiche, mentre, come ci si poteva aspettare, tre quarti delle persone che si sono definite aromantiche si sono definite anche asessuali “piene”.
La maggior parte degli intervistati (65%) ha sentito parlare la prima volta di asessualità tramite il web o i social media (era preventivabile, avendo fatto il sondaggio attraverso i social media), il 14% ha trovato il termine “per sbaglio”, il 6% tramite amici, il 5% lo ha scoperto tramite i media tradizionali, solo il 2% tramite le associazioni Lgbtqia+ e l’1% a scuola o tramite riviste di medicina specializzate (solo per citare le risposte più significative).
Prima di venire a conoscenza con l’asessualità, le persone che hanno risposto si definivano per il 49% eterosessuali (dato che schizza all’82% per gli eterorormantici, ma che vale anche per il 30% delle persone aromantiche), per il 15% omosessuale (e si definiva così il 25% del campione maschile, ma solo l’8% di quello femminile che ha dato questa risposta, mentre si definivano omosessuali addirittura il 100% di coloro che si sono definiti omoromantici, a sottolineare, se ce ne fosse bisogno, la chiarezza della scelta di un coming out gay). Il 15% si definiva bisessuale, e di questa percentuale, fa parte il 20% del campione femminile, contro il 3% di quello maschile. Risulta decisamente più variegato il fronte di chi non rientra nella definizione cisgender, che spazia tra “eterosessuale” (21%), “omosessuale” (17%) “bi-pan-poli sessuale” (31%) fino a non darsi nessuna definizione particolare per circa il 20% del campione.
Si conferma la cifra, per quello che riguarda la situazione sentimentale degli intervistati: il 75% delle persone asessuali si è dichiarata single. Questa è una cifra che possiamo prendere per assodata, e che è uscita, in tempi diversi, in vari sondaggi italiani e non. Il dato è dell’80% tra chi si dichiara asessuale e del 71% sia per i demisessuali che per i gray.
Nel restante 25%, il 13% ha una relazione monogama stabile, il 5% rivela di avere una relazione a distanza, il 3% è impegnato in una relazione di non monogamia etica (il cosiddetto poliamore).
A questo punto, è stato chiesto alle persone che si sono dichiarate single se fossero contente del proprio status. Riassumendo le varie risposte, possiamo dire che il 29% ha dichiarato che si trova bene da single e non cambierebbe la sua situazione (l’orgoglio potrebbe giocare un ruolo, in questa risposta), il 28% dice di trovarsi comunque bene da single ma che accetterebbe una compagnia, mentre il 37% ha dichiarato di non vivere bene la propria condizione di single. Tra gli eteroromantici, solo il 9% accetta volentieri la propria condizione di single, mentre ben il 53% non la vive bene. Tra le persone maschili cis-etero, solo il 10% dei single non vorrebbe cambiare la sua situazione. Il dato si ribalta tra le persone che si dichiarano aromantiche, dove il 78% vive bene da single, contro un 22% che accetterebbe o vorrebbe, in qualche modo una compagnia.
Il 59% delle persone che hanno risposto al sondaggio, hanno dichiarato di avere avuto almeno una relazione sentimentale, nella vita, che varia dal 63% delle persone che si dichiarano eterorormantiche (il dato è simile per chi si dichiara omo o bi-pan-poli romantico), al 35% di chi si dichiara aromantico. Pensandoci, questo dato del 35% è piuttosto alto. Il 37%, invece non ha mai avuto una relazione romantica, e questo dato si aggira attorno al 20% tra le persone che hanno compiuto più di 40 anni.
Per quello che riguarda l’attività sessuale delle persone asessuali, il 10% dichiara di avere rapporti stabili con la persona con la quale ha instaurato una relazione (3% maschi, 9% femmine, 17 non cisgender, e 12% degli eteroromantici, 14 degli omoromantici, 18% dei bi-pan-poli). Il 3% ha rapporti in relazioni poliamorose. L’80% dichiara di non stare avendo rapporti sessuali al momento nel quale ha risposto al sondaggio, che diventa il 100% tra le persone che si dichiarano aromantiche. Il 41% ha dichiarato di non aver mai avuto un rapporto sessuale, mentre il 26 dichiara di non volere avere un rapporto sessuale nel futuro, indipendentemente se ne abbia o meno avuti in precedenza.
È stato chiesto di mettere su una scala da 0 a 10 quanto è importante che l’eventuale partner sia asessuale, dove zero voleva significare “non importante” e dieci “essenziale”. I risultati sono stati 0: 21%, 1: 3%, 2: 6%, 3: 7%, 4: 3%, 5: 9%, 6: 7%, 8: 15%, 9: 9%, 10: 12%. Con la stessa scala, il 40% non lascerebbe mai, per nessuna ragione, voto zero su dieci, la propria metà avere rapporti al di fuori della coppia, mentre una percentuale vicina al 50% non prenderebbe mai in considerazione la possibilità di avere un rapporto di non monogamia etica. In entrambe le ultime due domande, gli altri dati si distribuiscono in modo uniforme per i valori da 1 a 10 (attorno al 6%).
Circa il 74% delle persone che si sono dichiarate asessuali, hanno fatto il cosiddetto coming out, almeno con qualcuno: quasi la totalità di loro (77%) ha dichiarato il proprio orientamento sessuale almeno ad alcuni amici, mentre il 32% lo ha detto ai genitori, ed il 23% lo ha fatto sapere ad alcuni compagni di scuola o di università. È più bassa la percentuale di coloro che lo hanno fatto sapere sul lavoro (7%), ma questo può essere dovuto, oltre al fatto che nei luoghi di lavoro si tende a non esplicitare troppo della propria vita privata, anche dal fatto che l’età media dei rispondenti è piuttosto bassa, quindi in età da studenti.
La quasi totalità ha comunicato personalmente di essere asessuale (96%), mentre ci sono stati casi nei quali qualcuno lo ha scoperto dai media (8%), o a causa dell’attivismo in materia del soggetto (15%).
Le reazioni al coming out sono state generalmente positive (il 60% ha dichiarato che le persone hanno preso la cosa con interesse) oppure si sono avute, come risposte, le solite frasi fatte sull’argomento (49%), è stato risposto che “non è una cosa seria” (21%), che è una malattia (10%), quando non si sono ricevute offese e parole pesanti (6%).
Le ultime tre domande prevedevano risposte multiple.
Il sondaggio per la comunità asessuale per l’anno 2018 è stato condotto mediante post nel gruppo Facebook La comunità degli asessuali italiani, essendo il gruppo decisamente più grande, e l’invito è stato postato anche in altri gruppi: Asessuali italiani over 30, Asex italiani off topics, Demisessuali italiani, nel forum italiano di Aven, oltre che nella pagina principale del Collettivo Asessuale Carrodibuoi, e nei profili Twitter e Google+ dello stesso collettivo.
Inoltre, alcuni gruppi e associazioni “amiche” hanno postato l’invito al sondaggio sulle proprie pagine.
Il sondaggio è stato aperto dal 2 al 15 gennaio 2018, ed è stato sviluppato tramite la piattaforma di Google Docs.
Le persone che hanno risposto al sondaggio dichiarandosi appartenenti allo spettro asessuale sono state 142.