Partecipazione dell’Ordine degli Psicologi della Toscana al pride

L’Ordine degli Psicologi della Toscana ha annunciato la propria partecipazione al prossimo Toscana Pride, che si terrà l’8 luglio a Firenze. Nell’occasione, chi interverrà indosserà una t-shirt con stampato l’articolo 4 del Codice Deontologico: “nell’esercizio della professione, la/o psicologa/o non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità“.

Il Collettivo Asessuale Carrodibuoi denuncia, da tempo, parallelamente ad altre realtà simili, gli abusi e le invalidazioni che avvengono, negli studi dei vostri iscritti, in particolare nei confronti delle persone asessuali. 

Sono molto frequenti i casi di persone asessuali che devono subire un tentativo di “normalizzazione” da parte di vostri colleghi, anche quando richiedono i vostri servizi per ragioni diverse dall’attrazione sessuale e non intendono discutere di essa nel corso della terapia.

Abbiamo avuto notizia di psicologi e professionisti del settore (fortunatamente casi isolati) che non si sono fatti scrupoli a “curare” giovani persone asessuali con “terapie” al limite della dignità umana, o direttamente con l’assunzione di farmaci.

L’asessualità è un orientamento sessuale, caratterizzato dall’assenza di attrazione sessuale verso tutti i sessi o generi, e non ha rapporto con la salute mentale della persona. Il rapporto semmai è con lo stigma e l’invalidazione che le persone asessuali ricevono.

Non serve essere un “addetto ai lavori” per affermare che invalidare l’identità di un paziente o cercare una “normalizzazione” del suo stile di vita (quando non rappresenta un problema per il paziente, e non crea danni ad altri) vada oltre il ruolo del terapeuta ed obbedisca, piuttosto, ad una visione che il medico ha del sesso, della famiglia e dei rapporti di coppia.

La maggior parte degli abusi che le persone asessuali devono subire avvengono nei vostri studi. Sia direttamente, durante la terapia, sia indirettamente, mediante pareri “scientifici” non sempre corretti dati agli organi di stampa.

Prima di organizzare una “scampagnata” a Firenze l’8 luglio in occasione del pride, con magliette ricordo e forse anche panini e bibite, vorremmo chiedere all’Ordine degli Psicologi un confronto, o almeno un chiarimento  sul tema, in modo che l’operato di alcuni suoi iscritti (fortunatamente sempre più in minoranza) non abbia nessun tipo di riconoscimento o sia “tollerato” da parte della vostra organizzazione.

Pensiamo inoltre, che se davvero l’Ordine vuole essere nei fatti inclusivo verso tutta la comunità queer, persone asessuali e aromantiche comprese, sia necessario promuovere un percorso formazione in merito alle tematiche asessualità/aromaticismo e ad altri temi fonte di invalidazione come le non monogamie etiche, per i propri iscritti.

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