Andiamo al pride, ma di Alliva facevamo volentieri a meno.

Come ogni anno dal 2016, fatti eccezione quelli durante la pandemia, il Collettivo Asessuale Carrodibuoi, ha aderito al Milano Pride.

Il Milano Pride è sempre stato un avvenimento importante per la comunità asessuale: nel 2014 c’è stata la prima presenza di un gruppo ace ad un pride italiano, e forse non moltə sanno che nel capoluogo lombardo è nato il primo gruppo “politico” nel nostro paese, presso la locale Arcigay.

Quest’anno, pur storcendo la bocca di fronte ad una lista di ospiti da fare impallidire un Festivalbar, il nome che è saltato sicuramente all’occhio di ogni attivista asessuale di buona memoria, è quello di Simone Alliva.

Militante Lgbt, giornalista di gay.it ed Espresso, non è davvero l’ultimo arrivato ad un pride, eppure lo scorso anno si rese protagonista di un triste episodio di disinformazione verso la comunità asessuale, e di aggressione verso alcunə attivistə che lo avevano contattato sui social. (https://www.carrodibuoi.it/2022/09/21/alliva-espresso-asessuali/)

Se la prima reazione, dato anche lo stato nel quale versa il Milano Pride, ormai una parata commerciale, è stata quella di ritirare la nostra partecipazione, la decisione finale è quella di rimanere.

Il pride è casa nostra. Anche quello che resta del pride milanese appartiene comunque allə attivistə Lgbtqia+, alle associazioni, alle persone che decidono di mostrare la propria esistenza.

Non appartiene ai superospiti. Non appartiene alle multinazionali con il logo arcobaleno e i loro dipendenti “volontariamente” in parata, non appartiene a personaggi politici e influencer in cerca di visibilità.

Noi non ce ne andiamo da casa nostra.

Per questo sabato saremo lì, nonostante la presenza di persone che ci invalidano, anzi, proprio per quello.