Per le persone asessuali etero-romantiche è davvero più semplice “nascondersi”?
Leggo in un gruppo asessuale un post, scritto, presumibilmente da un esemplare di maschio asessuale: “vorrei affittare parte della mia casa ad una ragazza, così si vede che convivo e la gente non fa più domande sulla mia vita privata”.
Indipendentemente dal fatto che la persona in questione abbia scritto il post in modo ironico o meno e che questo sia cis1-eteroromantico2, si tratta di un problema che hanno in molti, e va affrontato in un modo più generico che non rispetto al post di una singola persona: fingere una “normalità”, fingere di avere la vita che le persone “normali” si aspettano che tu abbia.
Ma veramente fingere di avere una vita “regolare” è più semplice che non rispondere, semplicemente, a quelle domande? “Perché alla tua età ancora non hai una compagna?” “Non ho la compagna perché non voglio avere una compagna. Sto bene da solo”.
Capisco che il coming out sia un processo difficile, che non sia una cosa da prendere sotto gamba e che sia da valutare molto bene cosa dire e soprattutto a chi.
Ma fuggire dalla propria identità, porterà in un vicolo cieco.
Le persone asessuali etero-romantiche, soprattutto se di sesso maschile, sono le più difficili da convincere che anche loro sono “uno di quelli”, e che, agli occhi, giudicanti, della persona normativa, vengono visti allo stesso modo, anche se, ingenuamente, pensano di non essere “abbastanza diversi” da poter essere mischiati con persone gay, lesbiche, bisessuali e (sia mai) transgender.
L’obiettivo che deve porsi, nei prossimi anni, la comunità asessuale è far capire a queste persone, più che ad altre che certe vicinanze le vedono più naturali, che il mondo Lgbtqia+ è lì anche per loro, e che loro vi appartengono. E, allo stesso tempo, far capire al mondo Lgbtqia+, o almeno a certe sue componenti, che quelle persone ne fanno parte con tutto il diritto, in quanto la comunità asessuale non deve permettere che qualcuno possa “selezionare” quali delle sue componenti siano meritevoli o meno di attenzione.
“Bisogna farne di strada da una ginnastica di obbedienza”, e so, in prima persona, quanto sia difficile per gli uomini asessuali etero-romantici (e cisgender) “saltare la staccionata”.
Ma, se è vero che il coming out è un processo lungo e difficile, imboccare la strada nella direzione opposta non penso che possa essere una buona strategia.
1 Cis proviene da cisgender, indica una persona la cui identità di genere corrisponde al sesso alla nascita. Riguarda la stragrande maggioranza delle persone, tanto che il termine “cisgender” è sicuramente meno conosciuto di “transgender”. Si può dire che il termine “cisgender” sia un termine che indica coloro che ignorano il suo significato.
2 Un asessuale eteroromantico è una persona che è attratta in maniera romantica dalle persone del sesso opposto. Queste sono le persone più vicine alla presunta “normalità” e per questo sono le persone più difficili da coinvolgere.