Yasmin Benoit: “Sono asessuale. Ma dicono che non ne ho bisogno”

La modella ed attivista britannica Yasmin Benoit ha risposto ad un’intervista al blog di area Lgbtqia Pinknews su cosa significhi, per lei, essere asessuale e su quali siano state le difficoltà e gli stereotipi che ha dovuto affrontare.

Yasmin Benoit
Yasmin Benoit

“Non c’è mai stato un momento nel quale io non mi sia sentita asessuale. Ho iniziato ad accorgermene quando ero alle scuole elementari, tutti avevano gli ormoni che stavano iniziando a dare segni di vita, e tutto ad un tratto ai ragazzini e alle ragazzine iniziavano le prime cotte e io pensavo cosa sta succedendo?”.

Dato che l’orientamento che le persone si danno di default è quello eterosessuale, anche Yasmin si diceva etero, “ma non mi piacevano i ragazzi. E le persone mi dicevano, allora non sei etero. Ma non mi piacevano neanche le ragazze, quindi qualcuno mi disse che ero asessuale. Quindi sono andata su Google ed ho iniziato a usare quella parola da quando avevo qualcosa come 14 anni”.

Quando dici di essere asessuale, ovviamente, ognuno interpreta la cosa a modo suo: “qualcuno mi dice che sono una persona ben educata”, ma la cosa peggiore sono le persone che le dicono “sei carina, non hai bisogno di essere asessuale”. “Questo mi fa pensare -dice Yasmin- che esista un look asessuale, e che questo non venga percepito come bello, e che l’asessualità sia una scelta che le persone fanno quando non battono chiodo”.

Il modo nel quale le persone asessuali sono rappresentate, è un problema per Yasmin: “anche nella comunità Lgbtqia, vedo che molte persone tendono a tagliare via la A o a pensare che questa significhi alleati. Nelle organizzazioni e nei media alle persone interessa solo la parte Lgbt dell’acronimo, e anche quando ci mettono il segno ‘+’, di solito non lo prendono in considerazione”.

Un altro problema che sta emergendo sempre più spesso, è quello della composizione etnica della comunità asessuale, o, meglio, della sua percezione, sia all’interno che all’esterno della comunità.

“La rappresentazione della comunità Lgbtqia è dominata dalle persone bianche (whitewashed). È piuttosto ironico -commenta Yasmin- per un gruppo di persone che dovrebbero essere, per forza di cose, inclusive”. Ed è anche controproducente per le persone che fanno parte di una minoranza, al loro interno, visto che se l’appartenenza viene comunicata come una cosa per bianchi al di fuori della comunità Lgbtqia, questa verrà percepita alla stessa maniera al di fuori di essa, all’interno delle varie minoranze etniche, sociali e culturali.

Yasmin Benoit si dichiara asessuale ed aromantica.

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