Anche Liv ha lasciato la scena

Parlando di personaggi asessuali all’interno di film o serie televisive, il personaggio di Liv, nella soap opera britannica Emmerdale, è sempre stato poco considerato.

Eppure si trattava del personaggio apertamente ace meno “conforme” e meno considerato all’interno della comunità: non era inserito in una serie fruibile sulle piattaforme di streaming, ma sulla tv del secolo scorso, non era all’interno di un prodotto rivolto ad un pubblico giovane, ma in una soap opera vista probabilmente, soprattutto da mamme e nonne.

Il personaggio di Liv ha tutte le caratteristiche di una soap opera: poco più che adolescente ha avuto un problema di alcolismo con più ricadute, una quasi morte per epilessia, due arresti, un matrimonio, ed una morte altrettanto assurda: è rimasta schiacciata sotto una roulotte che ha deciso di muoversi autonomamente durante un temporale nel momento in cui lei passava di lì assieme al marito (illeso) in una combinazione di sfighe che non basterebbero tutti i gatti neri d’Inghilterra per giustificarle.

La morte del personaggio è dovuta, prima che inizino le teorie complottistiche all’interno della comunità, al desiderio dell’attrice, Isobel Steele, di tentare una carriera come musicista. E perché mancava solo che Liv venisse rapita dagli alieni.

Per quanto le vie delle soap opera siano infinite, possiamo considerare improbabile un ritorno del personaggio.

Liv è stato il personaggio asessuale meno utilizzato dalla comunità, quasi che il tipo di prodotto del quale faceva parte potesse sminuire una identità. Il suo coming out risale al 2017, e si è trattato, ad oggi, del personaggio asessuale più longevo nelle serie tv, un più di Todd Chavez, e soprattutto più della Florence, presente per pochi minuti in una sola stagione di Sex Education, ma portata ad esempio e citata all’inverosimile.

Ma Emmerdale veniva (e viene) visto da mamme e nonne, appunto, da 50 anni esatti: forse un pubblico meno avvezzo a certe tematiche, ma, che, per questa ragione, deve essere informato, affinché capisca, attraverso il personaggio, la “normalità”, magari, di qualche, giovane, membro della propria famiglia.

Nonostante la quantità un po’ esagerata di eventi che hanno caratterizzato la (breve) vita di Liv.

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