Quanto ci costa questa parrucca blu?

Giovanni Dall’Orto, storico attivista italiano per i diritti delle persone “gay1” ha detto, dopo aver appreso, mi immagino con un certo stupore, la notizia che gli asessuali, talvolta, chiavano, che siamo niente altro che “eterosessuali con la parrucca blu”.

A parte che “eterosessuale” non mi risulta un’offesa, io avevo promesso di non rispondere più ai suoi deliri. Ma stavolta, l’invito è troppo grosso.

Contrariamente a lui, che fece coming out, in un’altra Italia, a 18 anni o giù di lì, io l’ho potuto fare, come asessuale, a 37 anni. Il primo pride fatto non da “alleato”, l’ho fatto a 41 anni, nel 2015 a Milano.

Quel giorno, sembravo un tranviere, lontano anni luce dal resto delle persone che mi circondavano. La foto mentre reggo lo striscione del gruppo asessuale ha fatto il giro del web. Non capisco, ma quando si parla di “asessuali italiani” esce fuori quella maledetta foto dove sembravo un tranviere. Eppure ne ho fatte altre, negli anni, ai pride. Ne ho una, figa, con la maglia “sono l’unico vegano grasso”. Macché: sempre quella del tranviere.

Sempre questa foto: ogni articolo che esce in Italia sul tema avrà questa foto…

Quella foto arrivò nelle bacheche dei miei colleghi in ufficio, e vorrei che il buon Dall’Orto, e chi continua, nel mondo “gay” ad invalidare la nostra presenza (e l’asessualità come orientamento sessuale) ai pride si faccia questa domanda: ma se fossi veramente un “eterosessuale con la parrucca blu”, chi me l’avrebbe fatto fare di abbandonare una “tranquilla” vita da “etero”, inoffensivo, superprotetto e tra l’altro anche in là con gli anni? Per rimetterci la mansione che avevo perché comportava il rapporto con clienti stranieri2 ed il mio impegno con il Collettivo Asessuale Carrodibuoi e con Il Grande Colibrì me lo rendevano complicato3?

La battuta dei “capelli blu” può andare bene per persone giovani “ehi, vogliono mettersi in mostra a giocare a fare i diversi, mentre noi all’epoca rischiavamo la vita4”.

Affrontare una differenza, dopo una vita passata a credere di non farne parte, non è una passeggiata. Lo so. Non è facile neanche da giovane, ma non è una gara.

Perché avrei dovuto farlo? Per “occupare gli spazi Lgbt”? Ma sei serio?

Fino ad ora quando sentivo persone più giovani di me appartenenti a questa “area” che chiamavano il buon Dall’Orto con aggettivi poco carini, spesso dicevo: “sì, può essere un po’ rincoglionito5 e rimasto a 30 anni fa, ma se siamo qui, è anche grazie a Giovanni Dall’Orto”.

Chiedo scusa e mi rendo conto di essere stato ciò che i giovanissimi chiamano “un boomer6”, ma me lo merito. Avrei dovuto dire “siamo arrivati qui malgrado Giovanni Dall’Orto”.

Mi si dirà: “ma il movimento Lgbtqia+, in Italia, non è arrivato molto lontano”. 

In questo caso, è grazie a lui.

1 Guai a dirgli Lgbtqia+, che lui è “gay”, ma gli uomini trans sono donne confuse, mi raccomando

2 Anche da luoghi non “amichevoli” come i paesi arabi, o la Russia

3 Nell’era dei social ci sono pochi segreti

4 Per quanto anche adesso sia molto facile farsi male, in questo ambito, ed i giornali sono pieni di notizie di questo tipo

5 Non puoi denunciarmi per questo. E poi non ho soldi, non ti conviene.

6 Pur facendo parte, in pieno, della “generazione X”. Comunque, sono sempre uno squallido vecchio, se questo si intende per “boomer”.

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