Persone aromantiche in Italia? Un lusso

Pensavo a cosa scrivere per celebrare la settimana mondiale dell’aromanticismo (ufficialmente “Aromantic Spectrum Awareness Week”, ASAW, o “Settimana per la consapevolezza dello spettro aromantico”) senza utilizzare le stesse parole, che vengono usate da anni, spesso copiate-incollate da contesti diversi rispetto a quello dove viviamo.

La settimana è già iniziata, ed è un po’ una vergogna per chi cerca, nonostante tutto, di continuare a voler portare l’attenzione su certi temi, non avere neanche un’idea di cosa scrivere. Poi la gente lo nota, che non ne hai più voglia.

Invece, mai come quest’anno, dire quanto sia dura la vita di una persona aromantica risulta semplice.

Da un anno è sotto gli occhi di tutti come le persone aromantiche siano considerate non tanto “cittadini di serie B”, ma persone che hanno bisogni che possono aspettare. Prima ci sono “gli altri”, le “relazioni serie”.

Le varie inchieste, o presunte tali, fatte dai giornali sulla popolazione italiana adulta che non fa parte di una relazione sentimentale monogama, riportano una percentuale del 33% di “single”.

Dietro quel nome, c’è un mondo intero, che spesso non si ha neanche la voglia di andare ad indagare: ci sono persone effettivamente senza relazioni sentimentali, che siano aromantiche o per mille ragiorni, persone che fanno parte di relazioni non monogame, persone con il sacrosanto diritto di avere esclusivamente rapporti sessuali occasionali, senza legami affettivi.

Non è mai stato facile, come quest’anno, pieno di restrizioni (giustificate, ma fatte su misura per uno “standard” di vita sociale) alla nostra libertà di movimento , dire quali siano gli effetti di una società estremamente amatonormativa1.

Una persona aromantica, infatti, predilige un altro tipo di rapporti, rispetto a quelli sentimentali. E questi (come tutti i rapporti che non siano monogami, con la sola gentile eccezione alla coppia eterosessuale, di una eventuale coppia di persone dello stesso sesso) sono stati cancellati. Gli affetti delle persone aromantiche non sono stati considerati importanti, e sono stati messi sullo stesso piano di una partita allo stadio o dello shopping in centro. Un lusso al quale si può rinunciare. 

La cosa difficile, invece, è continuare a dire quanto questi legami possano essere importanti. Perchè tra mascherine, centinaia di morti al giorno, disoccupazione e incertezze varie, dire che per qualcuno è vitale poter vedere persone con le quali non esiste nessun legame “di famiglia”, rischia di provocare una grassa risata.

1 Amatonormativity (tradotto in italiano “amatonormatività”) è un termine creato dalla professoressa di filosofia della Arizona State University, Elisabeth Brake nel suo libro “Minimizing Marriage”, e la definisce come “il dare per scontato che, per chiunque, sia da preferire una relazione romantica, monogama ed a lungo termine, e che chiunque cerchi una relazione di questo tipo”. Da questo, secondo Brake, nascono le discriminazioni legali e sociali verso gli altri tipi di relazione che sono considerate “minori”.

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