Un po’ di storia asessuale: c’era vita, prima di internet
Un articolo recentemente pubblicato da Slate, andando a scavare nella storia asessuale, ha fatto chiarezza su alcuni dei più grandi stereotipi che colpiscono la comunità, primo tra tutti quello di essere un orientamento “nato su Internet”, relativamente recente e che, senza la Rete non avrebbe mai avuto ragione di esistere nel “mondo normale”.
In realtà, il termine “asessuale” è apparso in diversi contesti, tutti appartenenti all’area che oggi definiremmo Lgbt (o, meglio, Lgbtqia+) tra gli anni 60 e gli anni ‘80 del ‘900, anche se uno dei primi accenni lo aveva fatto Carl Schlegel, considerato tra i “pionieri” del movimento di liberazione gay americano all’inizio del XX secolo.
Transgender ed asessuali
Nel 1952 il magazine Transvestia, appartenente all’area transgender, in un articolo, affermava “mentre la maggior parte delle persone trans sono interamente eterosessuali, alcune di loro sono anche asessuali”. Tredici anni dopo, nel 1965, è lo stesso periodico che dà una spiegazione di cosa si intenda per “A-sexual Range”, molto simile a ciò che oggi insichiamo come Aspec, o spettro asessuale.
Nel 1970, nuovamente in un articolo che parlava della comunità trans, si parla di “liberazione” per le persone trans “di tutti i sessi e di tutte le espressioni sessuali: eterosessuali, omosessuali, bisessuali ed asessuali”.
Nel movimento femminista, anni ’70
Una certa attenzione al termine “asessuale” è stata data anche dal movimento femminista, negli anni ‘70. Sta circolando, da tempo, sui social, una foto di una conferenza del 1973, nella quale le attiviste del Barnard College dovevano scegliere la loro “etichetta” da una lista. Tra “etero”, “lesbica” eccetera, faceva capolino “asessuale”. “Scegliti un etichetta -dicevano- prima che gli altri lo facciano per te”.
Nel 1972, Lisa Orlando, un’altra femminsta, pubblicò “The Asexual Manifesto”. Anche se l’interpretazione di Orlando del termine “asessualità” non è in linea con quello che viene dato genericamente oggi, viene affermato che l’interesse per l’attività sessuale non è, e non deve essere una norma sociale.
Se ne parla, esiste qualcosa?
Nei vari giornali, spesso autoprodotti, di “area” negli anni ‘70, l’asessualità deve essere stata discussa, dato che, quando The Village Voice (storico tabloid di controcultura newyorchese, chiuso nel 2018) uscì con un articolo satirico “anche gli asessuali hanno problemi”, nacque un dibattito nelle “lettere” su questa identità fino ad allora sconosciuta.
A questo punto, un “movimento” vero e proprio era qualcosa in più di una “idea strampalata”. Nel 1978 Alison Hennegan, in una recensione di un libro per la rivista Gay News affermò che le persone avevano il diritto di “non essere sessuali”, e proseguì dicendo che “in questo periodo c’è una grossa richiesta per la Liberazione Asessuale”.
La lettera ad Heresies
È infine, interessante, una lettera apparsa tre anni dopo sul giornale femminista Heresies, scritta da Catherine Kobaly: “perché nel 1981 -scrive- le persone asessuali sono le uniche rimaste in the closet? Nessun gay con un minimo di amor proprio vorrebbe essere stare rannicchiato al buio, quindi, perché noi dobbiamo rimanere con la nostra vergogna ed il nostro imbarazzo? Quando vedo la parata del Gay Pride (così nell’originale nda) lungo la Fifth Avenue mi sono sentita al tempo stesso gelosa e con tantissima voglia di poter provare quella solidarietà gioiosa e quel modo di celebrare la propria identità alla luce del sole che quelle persone avevano”.
“Se potessimo entrare in contatto gli uni con gli altri, sarebbe enormemente utile, per poter trovare il modo di affrontare le nostre vite. Se potessimo attaccare alle sue radici il sentimento di vergogna che proviamo e liberarcene una volta per tutte, credo che vedremmo, nel mondo, tante persone asessuali quante sono quelle omosessuali ed etero”.
I primi forum che mettevano in comunicazione le persone asessuali sarebbero nati una ventina di anni dopo.
La storia smonta gli stereotipi
Da questo, possiamo trarre tre conclusioni per smentire molti “dogmi” sul movimento asessuale:
1) La comunità asessuale nasce su Internet perché quel mezzo fu idoneo a creare una massa critica, ma esistevano persone asessuali nei gruppi queer decenni prima. L’asessualità, fa notare Slate, è stata parte dell’attivismo queer per più di un secolo. L’unica ragione per la quale questa venga retrocessa a realtà “nata su internet” è perché la nostra storia è poco conosciuta, non perché non ci sia.
2) Le prime persone a parlare di “asessualità” nei termini in cui la conosciamo facevano parte della comunità trans degli anni ‘50/’60 e nei gruppi femministi di una decina di anni dopo.
3) Il dibattito, dentro e fuori la comunità asessuale, se questa appartenga o meno all’area Lgbtqi(a) è, a questo punto, completamente superfluo. Non solo il movimento ace appartiene a quell’area, ma è nato al suo interno, e ne condivide le stesse radici.