Asessuali e media: niente di nuovo?

Ho ritrovato un’intervista che una vecchi amicizia del forum di Aven Italia aveva rilasciato a Lucignolo, su Italia 1.

A proposito: esiste ancora un forum di Aven Italia? E, parlando in generale: esiste ancora Aven Italia?

L’intervista è del 2013, e il problema è che bisogna dirlo che sia del 2013, perché la narrativa usata da Marco Berry nel porre le domande a Silver, è la stessa che verrebbe usata oggi.

Esattamente la stessa.

Le domande che ci vengono poste, nelle interviste, sono esattamente identiche, ed il tutto in anni nei quali l’informazione verso gli orientamenti sessuali non etero non è mancata.

La comunità asessuale, in questi anni, ha fatto passi da gigante all’interno della famiglia Lgbtqia: solo l’anno successivo, gli amici milanesi andarono a volantinare al pride venendo visti come chi arriva da Marte, ma al congresso Arcigay del 2018 è stata votata una mozione che impegna la più importante organizzazione Lgbtqia italiana ad occuparsi del tema: anni prima sarebbe stato impensabile.

Importanti aperture, anche se la strada da fare è ancora molta, ci sono state all’interno della comunità medica italiana, con psicologi ed altri addetti ai lavori che si sono cominciati ad occupare, più o meno bene, della cosa. Sei anni fa, il tutto si risolveva con “cure” strampalate, e spesso mortificanti.

All’esterno non riesce a comunicare niente di nuovo almeno da sei anni.

Sono sei anni (e dico sei anni perché ho preso quell’intervista come punto di riferimento: in realtà sono di più) che parliamo di cos’è l’asessualità, che organizziamo incontri per far sapere che esistiamo.

Nei confronti del pubblico, la cosa non si è mossa di un millimetro.

A niente, almeno in Italia, è servito il coming out di Todd su Netflix (tralascio quello di Emmerdale, perché non viene più trasmessa da noi).

Forse è giunto il momento che siano le stesse persone asessuali a crearsi un linguaggio e una letteratura, altrimenti non arriveremo oltre il “cosa siamo” da qui a 10 anni.