Auguri, AroAce… è Natale… poi passa

Eccoci. È il 24 dicembre e sono sicuro che la maggior parte delle persone asessuali (soprattutto quelle aroace1) sa, che nei prossimi due-tre giorni dovrà riunirsi con quegli strani esseri animati che dicono siano la loro famiglia e si troveranno a rispondere alle solite domande.

Io spero che ci sia qualcuno di quei parenti a leggere queste righe e che capisca quanto la domanda “ma non ce l’hai il ragazzo/la ragazza2?” Perché, per quanto questi cosiddetti “parenti” pensino che le loro domande siano, in qualche modo illuminanti, noi siamo alla seicentesima risposta3.

E poi, cosa dici il giorno di Natale in famiglia? Mica puoi metterti ad aprire un dibattito su identità di genere, orientamento sessuale e orientamento romantico, no?

Cosa vuoi dire: “sono aromantico?” “Beato te -risponderebbero- io sono ubriaco. Buono quel vinello”.

Nonostante i passi avanti nella nostra società, fatti malgrado tutto, che potrebbero anche far sedere al tavolo di Natale anche una coppia di due ragazzi, o due ragazze, per quanto sempre visti come “roba strana”, ma sempre più accettati di solo quindici anni fa, il tipo di relazione romantico-sessuale è l’unico accettato.

Dice, in un suo articolo Elizabeth Brake, autrice di Minimizing Marriage, una vera bibbia per chi non crede all’esistenza della sola coppia romantico-sessuale (quello che lei ha battezzato come “amatonormativity”) come legame tra persone, che sono proprio queste occasioni che “marcano la separazione tra chi sta in una coppia e chi no. Le coppie vengono invitate insieme ai pranzi e alle cene in famiglia, vengono immortalati nelle foto come potenziali compagni di vita. Le persone che sono solo amiche, no. Queste pratiche tracciano il confine tra il tipo di relazione che viene percepita come importante e quelle che non vengono percepite come tali”.

Il tutto si basa su alcuni punti fermi che, in realtà, potrebbero essere delle cavolate pazzesche. Il primo è che tutte le persone desiderino una storia d’amore monogama che duri per il resto dei propri giorni e che veda le due persone coinvolte vivere sotto lo stesso tetto e formare una famiglia.

Il divorzio, non è contemplato nell’amatonormatività: è visto come una eventualità che, però, succede sempre più spesso.

L’altro punto fermo, è, forse, ancora peggiore: si crede che le persone che sono coinvolte in una unione come quella sopra, siano, solo per questo, più felici di chi non è in una relazione. E che, quindi, per proprietà transitiva4, le persone che non hanno una relazione in quel modo siano persone tristi, che “non sanno cosa si perdono” (caso mai è vero il contrario ma non diciamolo troppo in giro) e che starebbero “sprecando la loro vita”, coltivando un tipo di relazione “meno importante”, come è, ad esempio, l’amicizia.

E quando si è “soltanto amici”, non si viene invitati al pranzo in famiglia insieme. Anche, perché agli amici si vuole bene. E si evita di portarli in queste situazioni.

Quindi, car* aroace, buon Natale.

Per noi, più che un augurio, è un modo per farci coraggio.

 

1 Aroace: AROmantic – ACE (asexuals). Persone che, come quasi tutti avranno capito sono aromantiche e asessuali.

2 Domanda coniugata esclusivamente in modo eterosessuale, lasciamo perdere quelle che sono le identità di genere, che già la zia è vecchia.

3 Sono a conoscenza del fatto che non tutte le persone asessuali siano single. Va, però, registrato che diversi sondaggi, tutti fatti a cazzo, svolti in diversi paesi hanno riportato una quantità di single tra le persone asessuali del 70%. Inoltre, è piuttosto alta la percentuale delle persone aroace.

4 Forse

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