Serie inclusive? Big Mouth e l’adolescenza

Con il tempo devastante di questi giorni, pioggia e neve, per la mia gioia, la mia voglia di uscire è calata drasticamente. Netflix non ha aiutato. Semplicemente ho fatto una piccola barricata in casa e, fra una sessione di studio e l’altra, una puntata di una qualsiasi serie mi faceva rilassare quel tanto da permettermi di staccare per un attimo la spina.

Mentre mi apprestavo ad iniziare una delle mie pause, con un bel pezzo si torta al cioccolato, mi sono fermato a riflettere su quale serie iniziare. Alla fine l’illuminazione.  Una delle mie coinquiline, nei giorni precedenti, si era fatta una maratona di una serie chiamata Big Mouth. Da come me ne parlava capivo che non l’aveva entusiasmata, non era però entrata nei dettagli. Fra una discussione e l’altra però sono riuscit* a farmi un idea generale della trama.

Uscita il 27 novembre di quest’anno, Big Mouth,  si è riproposta di trattare un argomento delicato come l’adolescenza e la pubertà. La serie si era riproposta di trattare degli argomenti importanti con ironia e chiarezza.

Decido quindi di cominciare a vedere questa serie e già dalle prime puntate capisco cosa non ha convinto la mia coinquilina e cosa, alla fine della fiera, rende questa serie un progetto riuscito a metà. Ecco quindi una lista di motivi per cui, secondo me, questa serie non è poi una grande novità.

 

 

1 – Una serie TV che approccia argomenti scottanti? Parliamone.

Jessi, una delle protagoniste, si accinge a scoprire la propria sessualità

Ci sono queste voci entusiaste in cui si dice che questa serie affronti dei problemi molto controversi. Sono d’accordo in minima parte con questa affermazione, molto “minima parte”, dato che è vero che  sono stati inseriti argomenti di un certo spessore, come la masturbazione delle persone AFAB,  il discorso sul consenso, la genitorialità prematura, le mestruazioni e la difficoltà a capire se stessi. La pubertà è un momento critico per la maggior parte dei teenager là fuori.

Prima però ho affermato che questa è una serie riuscita a metà. Si, questa serie affronta dei temi problematici ma solo alcuni e quelli più “mainstream”. I quattro protagonisti sono eterosessuali, cisgender, ed in piena fase ormonale. Questo esclude molte persone che non si sentono eterosessuali, non sono cisgender e sopratutto che hanno una fase ormonale non incentrata sulla scoperta dei primi impulsi sessuali. Proprio per questo si può dire che gli argomenti trattati, pur essendo importanti, non si addentrano in ambiti particolarmente scottanti.

 

2 – Non ci sono tutti gli orientamenti sessuali.

Inutile dire che l’asessualità non è contemplata? I personaggi della serie sono tutti etero ma sopratutto MOLTO sessuali. Questa serie mi ricorda molte di quelle serie dedicate ai “giovani” in cui non mi ritrovavo affatto. Piena di persone che cercava di esaudire i propri desideri sessuali e che non rispecchiava affatto come mi sentivo.

Potete trovare della momento incriminato nel video qui

Ma l’asessualità non è l’unico orientamento sessuale che viene cancellato. quale è l’altro orientamento con cui andiamo a braccetto per quanto riguarda la cancellazione? Esatto. I bisessuali non esistono. Non sembra essere nemmeno un opzione presa in considerazione fra l’eterosessualità e l’omosessualità.

Nell’episodio “Sono gay?” il protagonista oscilla in questa dicotomia, non riuscendo a capire la sua sessualità. Ad un certo punto si rivolge ad un personaggio fantasma, che evoca dei personaggi ritenuti omosessuali, cerca di rispondere ai sui dubbi. Fra quei personaggi c’è Freddy Mercury. Per chi non lo sapesse ancora, Freddy Mercury era bisessuale. Questo rende questo episodio di Big Mouth un enorme bicancellazione.

Detto ciò, approfitto per parlare di un altro aspetto, molto presente in questa puntata, ovvero tutti i personaggi omosessuali vengono ridotti a delle macchiette stereotipate.  A mio parere tutto ciò è una pessima scelta. In teoria questa serie dovrebbe essere dedicata a tutti gli adolescenti, anche quelli omosessuali. Invece ci troviamo un personaggio eterosessuale che entra in crisi per una puntata. Si tornerà a parlare di omosessualità molto più avanti nella serie ma non per quanto riguarda una coppia di due adolescenti, e considerando ciò di cui dovrebbe parlare la serie quest’ultima cosa sarebbe importante.

 

3 – Ci sono solo ragazzi e ragazze. E le persone intersessuali e transgender?

Biologicamente esistono molto più due sessi, ci sono molte intersezioni, queste persone sono intersessuali e passano anche loro dall’adolescenza. Mi sembra ovvio ma sembra essere dato per scontato. Ci sono molte problematiche che si hanno come persone intersessuali, l’adolescenza è un momento critico e pieno di contraddizioni. Sul tema mi permetto di consigliare un libro molto bello chiamato None of the Above di I. W. Gregorio.

Anche le persone transgender sono del tutto bypassate. Non c’è un protagonista che non si identifichi se non come persona cisgender.  In questa serie sembra che non ci siamo persone che saltino fuori l’ombrello della normativa binaria e si identifichino anche come altro.

Tutto ciò per me identifica una grave mancanza. Sopratutto perchè questa è serie che si propone di trattare l’adolescenza nelle sue più variate sfumature, anche quelle che risultano controverse.

 

 

Seconda stagione: quello che molti di noi si aspettano.

Sicuramente quello che molti di noi, persone con identità e orientamenti escluse da questa serie, è che queste mancanze vengano colmate. Anche perchè credo che questo approccio di apertura verso le diverse sfumature dell’umanità possa arricchire, educare alla diversità e abbattere il muro delle incomprensioni. Ma sopratutto l’inclusività aiuterebbe a sentire meno sole quelle persone che davanti ad uno schermo cercano, un riflesso di quello che sono, un  punto di riferimento ma anche un personaggio con cui confrontarsi e con cui condividere un parte del proprio vissuto.

Abbiamo parlato già parlato di quest’argomento, e potete trovare l’articolo qui. Credo però che sia importante capire che per molti la ricerca di uno schermo che dia un riflesso di ciò che stiamo sperimentando nella vita reale, dei punti di riferimento o anche solo un immagine con cui confrontarci, sia importante.

Thuban

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