Chiara Appendino ultima vittima della caccia al mitico “gender”

In questi giorni sono apparsi dei poster sui muri di Torino, che raffigurano la sindaca Chiara Appendino come il mostro di Frankestein, tali poster firmati dal gruppo di estrema destra Casapound, recavano la scritta immigrazione, gender e molto altro.

Ma cos’è la “teoria gender“? Semplicemente il nulla mescolato con il nulla. Si tratta di un neologismo inventato in ambito cattolico negli anni 90 da ambienti vicini all’Opus Dei.

Spesso confusa con le teorie queer (quelle del costrutto sociale dell’identità umana), la cosiddetta “teoria gender” o “ideologia del gender” è utilizzata da gruppi neo-fascisti o comunque di estrema destra per combattere e opporsi ai movimenti femministi, alle loro rivendicazioni, a movimenti LGBT+ e anche alle loro rivendicazioni.

Il “mostro gender” come viene definito dovrebbe, secondo i contrari a questa ipotetica, quanto complottistica teoria, “distruggere la famiglia tradizionale” e “creare confusione e scompensi emotivi ai più piccoli”.

Fino a qui abbiamo parlato degli oppositori della cosiddetta “teoria gender”, ma chi sarebbe favorevole a questo mostro dei nostri tempi? Semplicemente nessuno perché nessuno vuole minare l’eterosessualità, “la famiglia tradizionale” etc.

Questa moderna caccia alle streghe è sinonimo di ignoranza, bigottismo e superficialità, perché scambiare delle rivendicazioni di uguaglianza con una “dittatura del pensiero unico” è senza dubbio la forma più subdola di discriminazione.

Fusaro Appendino Gender
Per questo “filosofo”, la violenza neofascista e le rivendicazioni dei diritti civili, pari sono.

In questi ultimi anni persone vicine all’estrema destra hanno espresso la loro contrarietà e si sono impegnate contro la teoria. Basti citare Povia che da quando è in bassa fortuna continua a speculare sui diritti civili scagliandosi nelle sue canzoni, e nei suoi concerti, ridotti, ormai, a incontri fatti tra pochi amici. Per non parlare del filosofo , grande parola accostata a lui, Diego Fusaro che “lotta contro il gender“, sinonimo , secondo lui, di capitalismo e strumento dello stesso capitalismo, in uno dei suoi post il Fusaro infatti scrive “trovo anch’io molto sgradevole l’adunata di Forza Nuova sotto la sede di Repubblica, alla stregua delle adunate delle femministe isteriche, dei fasciovegani iracondi e dei pagliacci sui trampoli ai gay pride. Tuttavia non mi è chiaro per quale imperscrutabile ragione per le seconde caregorie si usi l’anglofono lemma cool e trendy di flashmob, mentre per la prima si impieghi la meno simpatica etichetta di attacco squadrista”. Ma l’elenco potrebbe estendersi anche al mondo della politica e della società.

Ricapitolando questo mostro che nessuno ammira ma che tutti vedono è il principio di tutti i mali di questo nostro tempo.

Ma può qualcosa che non esiste, essere il male assoluto, l’ardua sentenza ai posteri.

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