Le Cenerentole Moderne, ovvero quelle che non perdono più la scarpetta e anzi, sanno stare bene anche senza scarpe. 

Era il 17 giugno, un lunedì. L’estate si affacciava timidamente (ricordo perfettamente che una di noi aveva perso e poi ritrovato il suo cappello a falda larga per proteggersi dal sole!) ed era l’occasione giusta per incontrarsi tra noi, conoscere una nuova libreria caffetteria (“L’Ornitorinco” a Firenze, con un catalogo davvero interessante e fuori dal comune!) e partecipare alla presentazione del libro di Elide PantoliCenerentole Moderne. Guida femminista all’amore per zitelle, (non mamme) e partner ribelli”. In attesa dell’inizio dell’evento non abbiamo certo disdegnato una bevuta e qualche assaggino piuttosto accattivante dal menù pensato anche per vegani, vegana  come lo è l’autrice del libro, per altro. Questa dell’asessualità e del veganesimo pare sia un legame inscindibile e che per forza  di cose sarà un leitmotiv delle mie (pseudo) recensioni. Vi ho in parte già avvertit’. 

Ma torniamo a noi. Grazie alle domande di Simona Castoldi che moderava l’evento, Elide Pantoli ci ha spiegato con una chiarezza disarmante quanto la nostra società sia capitalista e patriarcale e quanto sia tutto riconducibile a questo (soltanto). Ma tutto cosa? Qualche accenno per stimolare la vostra curiosità (perché il libro lo dovete leggere a tutti i costi!): la società ci vuole sposate perché dobbiamo fare tanti figli che diventeranno la forza lavoro, nonché la base di una piramide al cui vertice ci sarà per forza un uomo bianco e ricco, che ovviamente ha il potere delle nostre vite nelle mani, almeno in termini economici. La famiglia nucleare, l’unica possibile almeno al momento, non è poi nemmeno tanto funzionale come ci vogliono far credere. Il carico che hanno le donne nel dover lavorare, amministrare casa e naturalmente occuparsi dei figli, degli anziani e dei malati è praticamente impossibile da sopportare e soprattutto, nelle ultime attività elencate, non retribuito perché è così che ci si aspetta da una donna (culturalmente parlando). Da questo discorso prendono il via anche altre riflessioni che mandano facilmente in crisi le relazioni esclusive (e per forza di cose monogame) lì dove il Vero Amore (altro mito da sfatare) non può più reggere perché non basta alla nostra necessità di relazionarci. Perché in quanto essere umani abbiamo bisogno di una comunità, una rete di persone che sono i nostri migliori amici e/o parenti (scelti).  Perciò quando il Vero Amore finisce (non è una certezza, ma c’è una larga possibilità che accada) si resta soli, stavolta davvero. Perché essere single può essere una scelta, ben precisa e oculata, forse temporanea o forse no, ma in ogni caso da vivere non come una sconfitta, tutt’altro. Ci dà la possibilità di riflettere, di crescere, di chiedersi cosa si vuole davvero, di non adattarsi mettendo a rischio la nostra libertà e felicità. E di viaggiare, lì dove le zavorre ci impediscono di fare qualsiasi cosa davanti a un partner che ha bisogno di possedere e controllare per credere di amarci. 

L’autrice conosce la comunità asessuale per il semplice fatto che prende a prestito la classificazione dei diversi tipi di attrazione che ci è tanto cara, per spiegarci che l’attrazione romantica è solo una delle tante attrazioni possibili, sottolineando che esistono anche le persone aromantiche che non ce l’hanno e che forse se ne può fare anche a meno. 

Le cose da dire sarebbero tantissime altre. Pantoli smonta anche l’ideologia che fa capo all’istinto materno poiché non ci sono prove scientifiche della sua esistenza. Il fatto di essere un’ingegnera (e lo dice spesso nel libro) fa sì che tutto il suo lavoro sia ricco di dati e di numeri e di una bibliografia sostanziosa, dalla quale ho già scaricato un paio di ebook. Chissà che non siano l’oggetto delle mie prossime (pseudo) recensioni. 

DNXZ 

Titolo: Cenerentole moderne, guida femminista all’amore per zitelle, (non mamme) e parter ribelli 

Autrice: Elide Pantoli 

Genere: saggistica 

Grafica e illustrazioni di Hanna Suni 

pagine 200 

ed. Le plurali 

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