Essere aegosessuali per conoscere le diversità

Essere giovani nell’incerterzza

Perché essere aegosessuali può rivelarsi un buon allenamento alla tolleranza e a non dare niente per scontato

È difficile da giovani vivere nell’incertezza; l’adolescenza e i vent’anni sono spesso l’età in cui non si fanno compromessi e si vive di assoluti.

Meno si sa più se ne è sicurɜ, serve a farsi forza. E questo vale per tutto, anche per la vita sessuale, affettiva e sentimentale. Chi sta un passo indietro rispetto al gruppo, perché non si rispecchia pienamente nel paradigma cis-etero-allo normato, è destinatǝ a rimanere indietro.

E per chi ha vissuto la propria adolescenza prima della rivoluzione di internet, l’isolamento è stato ancora maggiore.

La sensazione di essere sbagliatɜ era una compagna di strada per moltɜ.

Se poi ci si riconosceva in quello che anni dopo si sarebbe chiamato spettro dell’asessualità, ma che allora era inconcepibile – parliamo di anni in cui in molti contesti persino l’omosessualità era poco più che una parola – l’unica cosa che potevamo pensare di noi era che qualcosa non andasse. E allora cercavamo qualcosa che dimostrasse a noi stessɜ che eravamo come lɜ altrɜ.

Molte persone Ace raccontano di avere provato a farsi piacere la pornografia, l’erotismo, o discorsi sul sesso, per convincersi di essere come tuttɜ, ma senza i risultati sperati.

E così, nel corso degli anni, e anche grazie al confronto, virtuale e non solo con altre persone con lo stesso vissuto, hanno scoperto e accettato la propria identità.

Cosa significa essere aegosessuali

Esiste però anche un’altra storia, che a prima vista sembra ancora più assurda, ma che è altrettanto vera e reale. È la storia di chi, pur non provando attrazione sessuale per alcun genere, e non avendo alcun desiderio di intraprendere una relazione sessuale con un altro essere umano, ma trova effettivamente piacere, a volte, nel consumare materiale erotico o pornografico, e prova eccitazione guardando o pensando a determinate immagini, persone (reali o immaginarie) e situazioni, fino al punto da ricorrere all’autoerotismo e sviluppare fantasie erotiche, in cui però non è presente come attorǝ.

Se il vissuto da me raccontato coincide con il vostro, probabilmente siete a-egosessuali, cioè provate un’attrazione fisica per alcuni versi simile a quella sessuale, distaccando però voi stessɜ dall’oggetto della vostra attrazione.

Non abbiate paura, non c’è niente che non va. E soprattutto non siete “meno asessuali” per questo. Le persone aegosessuali sono a pieno titolo nello spettro Ace.

Veniamo ora al tema di questo articolo: perché ho detto che vivere l’aegosessualità può essere un buon allenamento alla tolleranza e a non dare niente per scontato?

Perché la persona a-ego vive sulla sua pelle cosa significa non riuscire a capire ciò che si è, avere delle intuizioni che vengono poi apparentemente smentite, e trovarsi in minoranza anche all’interno di un orientamento ancora poco conosciuto e molto frainteso come quello ace (e purtroppo non privo di derive elitariste, che vanno combattute).

E avere una storia di questo tipo alle spalle può essere di aiuto per ascoltare le storie altrui, senza escludere per partito preso e senza volere definire dall’esterno una persona o una vita.

È questo ciò che noi aegosessuali vorremmo portare in dono alla comunità Ace e al mondo queer: l’attitudine all’ascolto e a non farsi fuorviare dalle apparenze.

E poi anche a noi piacciono le torte.

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