Comunicato della American Association of Sexuality Educators, Counselors, and Therapists (AASECT) sull’asessualità
La nostra posizione sulla dignità e sui diritti delle persone asessuali
Asessualità è la definizione di un orientamento sessuale, comunemente usata per indicare coloro che hanno poca o nessuna attrazione sessuale, e coloro che si definiscono come asessuali (Chasin, 2011).
Come per gli altri orientamenti, l’asessualità può essere più o meno fluida, e fa parte di uno spettro che va dal non avere mai un’attrazione, ad averla solo in determinati contesti.
I termini standard che descrivono queste varianti sono demisessualità e greysexuality.
Demisessualità è un termine che descrive coloro che provano un’attrazione di tipo sessuale dopo aver sviluppato un legame emotivo con un’altra persona (Decker, 2015).
Il termine greysexuality si riferisce, invece, a persone che non si identificano automaticamente come asessuali, che possono provare attrazione sessuale, ma questa si manifesta in modo leggero o attraverso delle “fasi” durante le quali l’attrazione è più o meno presente (Decker, 2015).
È inoltre importante notare come l’evoluzione del linguaggio, che può andare ad indicare altre identità che fino ad adesso non avevano mai avuto una definizione, abbia creato quella di persone “allosessuali” per coloro che hanno attrazione sessuale e non sono, quindi, asessuali.
La American Association of Sexuality Educators, Counselors, and Therapists (AASECT) prende posizione sul tema ed afferma che l’asessualità e tutte le identità che cadono sotto lo spettro asessuale non debbano essere considerate come disturbi mentali, sessuali o dello sviluppo.
Le persone che si definiscono come asessuali non sono tali a causa di una reazione ad un trauma o per inesperienza. Si tratta di orientamenti e definizioni validi e completi. Ci opponiamo a qualsiasi tipo di terapia che abbia come fine il cambiamento, la patologizzazione o la “cura” dell’orientamento sessuale di una persona.
Consideriamo alla stregua di una “terapia riparativa” o “di conversione” qualsiasi servizio o intervento che pretenda di “curare” l’orientamento sessuale non allosessuale di una persona, o di cambiare un orientamento non allosessuale, poiché questo tipo di servizi partono dal presupposto che l’asessualità o le identità che fanno parte dello spettro siano disturbi mentali.
La AASECT non crede che le persone che si riconoscono nelle identità che fanno parte dello spettro asessuale debbano essere in alcun modo “cambiate” o “curate”. Le persone asessuali, spesso, hanno difficoltà nell’ottenere il riconoscimento della loro identità proprio a causa di una mancanza di sensibilità culturale sul tema ed un passato di sessualità imposta nel contesto delle culture occidentali (Flanagan & Peters, 2020).
Come era accaduto con i metodi diagnostici omonegativi che erano stati usati nelle prime edizioni del DSM, lo stigma culturale ha limitato la possibilità per le persone asessuali di vivere il loro orientamento in un modo che non fosse patologizzato. Per le persone allosessuali, la mancanza di interesse sessuale si può presentare come un sintomo o come un problema di tipo sessuale. Coloro che hanno poca attrazione sessuale di solito vivono la loro realtà con angoscia a causa del pregiudizio e dello stigma sociale, piuttosto che a causa della poca attrazione sessuale (Bogaert, 2006; Flanagan & Peters, 2020).
Ma le disfunzioni psicosessuali hanno bisogno di altri elementi per essere diagnosticate, come un forte disagio e difficoltà interpersonali (Brotto, 2010).
Inoltre, il rifiuto nell’impegnarsi in attività sessuali per le quali ci sia effettivamente un desiderio (Brotto, 2010), è uno sforzo diverso da quello che provano le persone che si identificano come asessuali.
Lɜ professionistɜ dovrebbero valutare tutte le fonti di disagio quando hanno a che fare con persone che presentano poca o nessuna attrazione sessuali, e dovrebbero trattare le identità sessuali con rispetto.
Ci sono molti “miti” che vengono portati avanti dalla cultura popolare che riguardano l’asessualità. Alcuni hanno considerato l’asessualità come qualcosa di “fabbricato”, come un complesso, una forma di immaturità, una patologia o come una tendenza alla solitudine (Cerankowski & Milks, 2010). Per fortuna, la maggior parte dellɜ educatorɜ nella sfera sessuale, e la maggior parte dellɜ terapeutɜ riconosce quelli che sono i punti in comune tra quelli che vengono portati avanti secondo una visione allocentrica, e quelli che fanno riferimento a visioni eterocentriche e ciscentriche. Lɜ professionistɜ del settore, come hanno denunciato, in passato la visione patologizzante verso l’omosessualità, la fluidità sessuale, le identità queer, non binarie e trans, dovrebbero fare la stessa cosa con i preconcetti che circondano l’asessualità.
La percentuale stimata di persone che si identificano come asessuali è sotto il 2% della popolazione (approximately 1-1.7%) e questo numero non è variato dalla pubblicazione degli studi di Alfred Kinsey (Bogaert, 2004; Kinsey, 1948; Miller 2011; Poston & Baumle, 2010; Rothblum, 2019). Ci sono molte persone che lavorano nel campo della sessualità che non sono al corrente del fatto che lo stesso Kinsey incluse un’opzione “X” al di fuori della valutazione da 0 a 6, per le persone che dichiaravano di avere poca o nessuna attrazione sessuale. La percentuale di persone che si identifica come asessuale è la stessa delle persone che hanno gli occhi verdi.
Dovrebbe essere posta una particolare attenzione affinché le comunità che sono già marginalizzate dal fatto di rappresentare una piccola percentuale della popolazione, non debbano essere anche discriminate da pratiche mediche non all’altezza, dalla disinformazione o dallo stigma sociale. Se lɜ professionistɜ che lavorano con persone che si identificano come asessuali non affrontano la cosa con la giusta attenzione e informazione, rischiano di andare ad aumentare i fattori di stress che i propri clienti hanno fuori dal proprio studio (Carroll 2020; Chasin 2015; Rothblum et al., 2019).
La nostra posizione in materia è condivisa con altre realtà del settore come le linee guida della American Psychological Association per le pratiche da tenere che fanno parte di una minoranza sessuale, e la dichiarazione della National Association of School Psychologists sulla educazione sessuale comprensiva ed inclusiva. (American Psychological Association’s Guidelines for Psychological Practice with Sexual Minority Persons, 2021) (National Association of School Psychologists’ position statement on Comprehensive and Inclusive Sexuality Education, 2021).
Originale in inglese: https://www.aasect.org/asexual-rights
La American Association of Sexuality Educators, Counselors and Therapists (Aasect) è un’organizzazione interdisciplinare forndata nel 1967 per riunire educatorɜ sessuali, consuelors e terapeutɜ, oltre a medici, infermierɜ, assistenti sociali, psicologɜ, avvocatɜ, sociologɜ, specialistɜ, studentɜ e ricercatorɜ
Da quanto si legge sul sito, Aasect si dedica alla promozione del benessere sessuale attraverso lo sviluppo della terapia sessuale, della consulenza e dell’educazione.
Aasect afferma il valore fondamentale della sessualità come dimensione propria, essenziale e benefica dell’essere umano. L’obiettivo è il progresso dei più alti standard di pratica professionale per educatori, consulenti e terapisti.
In generale, l’Aasect si oppone a tutte le forze mediche, sociali, culturali e politiche che potrebbero limitare o ridurre la salute e la libertà sessuale. Aasect si oppone inoltre a tutti quegli abusi nella sfera sessuale come molestie, intimidazioni, coercizione, pregiudizi e violazione dei diritti sessuali e civili di chiunque.
Secondo il sito della World Organisation for Sexual Health, nel settembre del 2021, Aasect era accreditata di oltre 2.000 membri