L’1,7% delle persone LGB è nello “spettro asessuale”

Secondo uno studio del Williams Institute, circa l’1,7% delle persone “appartenenti ad una minoranza sessuale” (quindi LGB) si sarebbero dichiarate appartenenti allo “spettro asessuale”.

Nella stessa misura in cui è emerso anche altrove, la stragrande maggioranza delle persone che si sono dette asessuali ha il sesso assegnato alla nascita femminile (86%), mentre l’identità di genere rivela che il 27% del campione si identifica come donna, mentre il 72% si identifica come persona non binaria.

Le persone che si sono dette asessuali, come poteva essere preventivabile, dichiarano di avere avuto un’attività sessuale minore, rispetto alle persone LGB che non si identificano anche con lo spettro asex, ma, in ogni caso, un terzo di coloro che si sono detti asessuali hanno detto di avere attrazione sessuale, circa la metà ha dichiarato di avere avuto rapporti sessuali mentre le persone asessuali che hanno una relazione romantica sono il 59%, in relazione al 61% delle persone LGB che non si considerano parte dello “spettro asessuale”.

Si deve inoltre tenere conto che, mentre nella popolazione “generale” LGB, il 61% delle persone ha tra i 18 e i 27 anni, in quelle che dichiarano di essere nello spettro asessuale, questo numero balza al 91%”.

“L’asessualità -afferma la responsabile dello studio Esther D. Rothblum- è una identità emergente. Considerando che la maggioranza delle persone che hanno risposto e si sono dette asessuali sono molto giovani, ci aspettiamo che la comprensione dell’asessualità possa crescere, mentre nuovi adolescenti diventeranno sempre più familiari con questa identità”.

Secondo un altro autore dello studio, Ilan H. Meyer, “vediamo da questi risultati che le persone asessuali sono parte integrante della comunità Lgbt. È comunque importante notare che questo studio ha preso in considerazione soltanto le persone asessuali che si identificano anche come LGB, quindi i risultati riguardano sulo una parte della popolazione asessuale. Dobbiamo, adesso, trovare i risultati degli asessuali eterosessuali”.

Piccola nota dell’autore:

Non so se la cosa sia dovuta allo studio in sé, o soltanto al comunicato stampa che ho preso in esame (lo studio intero costa più di 40€, eviterei…), ma ci sono, nei rapporti finali e nelle dichiarazioni degli autori, cose che non mi tornano.

Stiamo parlando di studi fatti da specialisti, quindi alzo le mani e riporto quello che dicono, ma non sono per niente d’accordo su un paio di punti di principio:

– Le parole usate danno un’idea sbagliata. Ormai, da più parti si considera l’asessualità come un orientamento a sé, e anche coloro che la considerano una “variazione nell’orientamento”, non saranno sicuramente d’accordo su come sono stati trattati questi dati. Cosa significa “asessuali LGB”? Se si sividono le persone asessuali tra coloro che appartengono ad una minoranza e “gli etero-asessuali”, e si volesse anche prendere questa definizione per buona, vengono a mancare completamente quelle che sono le persone asessuali aromantiche. Se una persona attratta sentimentalmente da persone dello stesso sesso, ma non attratta sessualmente, si definisce “omo-asessuale”, una persona che non è attratta neanche sentimentalmente, secondo questa logica, dove si “incasella”?

– È un errore, ed un danno verso la comunità asessuale, quello di dividere le persone asex che già fanno parte, per altre ragioni, della “comunità arcobaleno” da quelle che non ne fanno parte, e si possono catalogare come “etero”. La comunità delle persone asessuali, è una soltanto. Altrimenti rischiamo di “tirare dentro” persone che già fanno parte dei gruppi Lgbt per altre ragioni, ed escludere quella parte di comunità che si trova “nascosta”, suo malgrado, nel mondo etero, e che, forse, è quella che ha più bisogno di assistenza.

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