Brasile: nuovi numeri per le persone asessuali

Uno studio effettuato da ProSex, il programma degli studi sulla sessualità dell’Università di San Paolo, in Brasile il 7,7% delle persone di sesso femminile ed il 2,5% di quelle di sesso maschile1 sarebbero da considerarsi come “asessuali”: un dato che supererebbe, di parecchio, il dato “canonico” dell’1%, “scoperto” da Anthony Bogaert2, e che viene preso in considerazione di solito quando si parla di asessualità.

Inoltre, questo dato conferma che siano molte di più le persone di sesso femminile ad essere parte della comunità asessuale, anche se, in relazione a questo, si devono prendere in considerazione anche dei fattori culturali, che fanno sì che un uomo, cresciuto come tale, abbia più difficoltà a rivelare di non avere interesse per il sesso.

Carmita Abdo, la psichiatra a capo di ProSex, ribadisce che l’asessualità non è sicuramente una malattia “per poter classificare una persona asessuale come malata -dice- questa persona deve soffrire, in qualche modo, di questa situazione. Se, invece, questa persona non ha nessun interesse per il sesso, ma questo non la disturba, come nel caso delle persone asessuali, non esiste ragione per considerare tutto questo una malattia”.

Gli asessuali brasiliani hanno un gruppo Facebook che conta più di 6.000 partecipanti. Dal gruppo Facebook, è nato un collettivo, AbrAce: “questo collettivo -dice Walter Mastelaro, uno dei membri è il primo passo per unire le forze e lavorare. Cerchiamo di fare azioni per la visibilità nelle strade, anche se il nostro compito è maggiore nel mondo virtuale”.

Una delle più grosse difficolta che anche gli asessuali brasiliani devono subire, sono i pregiudizi: “ho dovuto sentire frasi di questo tipo da parte di psicologi, dottori ed anche da parte di amici”, prosegue Walter. “In molti credono che non ci siano discriminazioni nei nostri confronti (e questa si rivela essere, anche in questo caso la più grossa discriminazione che le persone asessuali devono subire nda), ma questo è semplicemente folle: viviamo in una società dove il sesso rappresenta il successo ed il potere. Ci viene costantemente insegnato che possiamo essere valorizzati soltanto se veniamo desiderati. È chiaro che esista una struttura sociale che, con molta facilità produce i preconcetti contro le persone asessuali”.

 

 

1 In entrambi i casi si sono prese in considerazione le persone con un’età compresa tra i 18 e gli 80 anni.

2 Anthony Francis “Tony” bogaert è uno psicologo canadese che insegna nel Dipartimento di Psicologia ed in quello di Scienza della Salute alla Brock University, in Canada. Bogaert è noto per il suo studio della sessualità umana, compresi i suoi studi sull’asessualità che hanno portato alla scoperta di questo orientamento sessuale da parte di un pubblico più ampio.

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