Matrimonio asex ad un pride in California
Lo scorso 2 giugno, durante il pride di Ferndale, in California, Tia Wheeler e Jenny Larson, entrambe1 asessuali, hanno deciso di dare un discreto indirizzo alla propria vita, celebrando il loro matrimonio, celebrato dalla diacona Angela Lippard, della Chiesa Cattolica Indipendente del Cristo Buon Pastore2.
Così, dopo il bacio e la prevedibile reazione entusiasta degli spettatori, Jenny ha preso il microfono ed ha detto quella che è una delle ragioni per la quale la coppia ha proprio scelto il pride per sposarsi: “oggi cerchiamo di espandere la consapevolezza sull’asessualità, e per aumentare la nostra visibilità, lanceremo dei palloncini colorati come la bandiera asex”.
Secondo Jenny Larson, infatti, quei palloncini servivano a mettere l’accento su una parte della comunità Lgbtqia che di solito “non riceve il riconoscimento che meriterebbe”.
“Ci sono dei luoghi comuni sulle persone asessuali -continua- come quello che non possano avere una vita sessuale. Le persone si sono stupite che il nostro bacio sia durato così a lungo. Ma noi ci siamo sempre baciate in questo modo”.
Michelle Gaddis, del meet-up Ann Arbor Area Asexuals, il gruppo al quale appartiene Jenny Larson, ha dichiarato che quest’anno è stato il primo nel quale era presente uno stand asessuale al pride locale, e che il matrimonio delle due è stato una grande passo per dissolvere tutte le idee sbagliate sulla comunità asex e riaffermare il suo posto all’interno del mondo Lgbtqia. “Ci sono persone -dice- che pensano che gli asessuali siano degli etero che non hanno ancora trovato la persona giusta. Ma ci sono decisamente tantissimi orientamenti tra noi”.
“Il pride di Ferndale dello scorso anno -conclude Jenny- è stato dove ho cominciato a definirmi asessuale, ed è dove volevo essere quest’anno e sposare Tia”.
Se Tia e Jenny hanno deciso di passare un pezzo della loro vita insieme, congratulazioni, per quanto, da questa parte dell’Oceano più che il luogo dove il matrimonio è stato celebrato, suoni un po’ strana la celebrante, ma sono dettagli, e soprattutto, è una loro scelta, quella di sposarsi, e di farlo nel luogo, nel modo e nel tempo che desiderano.
La domanda è: ma serve davvero per la visibilità e l’informazione? Sarò io che sono vecchio, e appartengo a un’altra cultura, ma mi sembra una cosa tirata per i capelli.
Poi, magari, mi sbaglio.
1 Nota dell’autore: assumo il genere femminile per entrambe, dato che l’articolo originale è in inglese e se non è specificato il genere, bisogna andare a indovinare, speriamo di non aver sbagliato paurosamente.
2 Quando si parla di religione, in California succede questo ed altro.