Le discriminazioni di tutti i giorni nei luoghi pubblici

Secondo un rapporto pubblicato da Movement Advancement Project e basato su quanto succede negli Stati Uniti (quindi in un Paese considerato, con le dovute differenze, abbastanza friendly), le persone appartenenti all’area Lgbtqia+ subirebbero discriminazioni anche nel compiere le azioni più elementari della giornata, o ne hanno paura in modo tale che evitano di compierle, o selezionano i luoghi e le situazioni.

La comunità più colpita sono le persone che si identificano come transgender, che hanno riportato di aver subito delle discriminazioni sui mezzi di trasporto pubblico (il 34% del campione rivela di essere stato discriminato in questo tipo di occasioni), in luoghi pubblici come bar e ristoranti (31%), in palestre (18%) e, all’equivalente della nostra Motorizzazione (18%) dove, si presume che questo abbia a che fare con i documenti, come per coloro che hanno avuto problemi addirittura nelle aule di Giustizia (13%).

Le “discriminazioni” riportate, vanno dall’essersi visti rifiutare un qualche servizio, essere stati offesi o, peggio, aggrediti in questi luoghi per il fatto di essere transgender.

Complessivamente, circa un quarto delle persone che si identificano come Lgbtqia+ riportano di aver subito un qualche tipo di discriminazione nei luoghi pubblici.

Il 34% delle persone che sono state discriminate nei luoghi pubblici (come negozi e ristoranti) evita questo tipo di posti, mentre il 47% seleziona attentamente i luoghi da frequentare in base alla probabilità di subire o no un’aggressione di qualsiasi tipo.

Certo, possono esistere posti più o meno friendly, ma da questo alla ghettizzazione delle persone Lgbtqia+, il passo è senz’altro breve.

Ineke Mushovic, a capo del MAP ha dichiarato, rispetto ai dati di questo sondaggio “la gente non capisce quanto sia ampia la casistica di posti che si possono chiamare pubblici. Di fatto sono tutti i luoghi che frequentiamo quando non siamo a casa, a scuola o al lavoro”.