Cancellazione & co – ti diciamo noi come esistere e come farlo bene!

La sagra della cancellazione continua. Ormai il Bus antigender è abbastanza conosciuto e sono stati pubblicati articoli che sostengono o si oppongono a tale iniziativa. Uno di quelli pubblicati a pro dell’iniziativa è quello che potete trovare sul blog del Giornale, scritto da Laura Lecce:

Il grande imbroglio delle femministe 2.0 

Prima di tutto devo dire che Adoro questi articoli. Vere e proprie guide per portare ad essere “un cittadino normale, non fuori di testa e perfettamente integrato”. Di solite queste persone, che scrivono, dividono il mondo in nero o grigio e tendono a usare un linguaggio medicalizzante e profondamente scorretto: Se non sei come me sei fuori di testa.

Inutile dire che ciò non è necessariamente vero. Avere visioni diverse della vita è una cosa perfettamente umana, ma  non divaghiamo e torniamo però all’argomento principale.

Laura Lecce che si pone, già dall’inizio, con un linguaggio pieno di ironia e feroce critica anti-costruttiva  comincia il suo articolo con il dire che questo week end (dal 29\09 al 01\10) ci sono state delle manifestazioni, che definisce con “rigurgito femminista”, chiarendo bene sin dall’inizio la posizione che andrà a prendere:

– Si dimostra profondamente contraria alla lotta che molte femministe stanno portando avanti per la rivoluzione del linguaggio.

– Non sembra apprezzare molto l’operato del movimento NonUnaDiMeno per quanto riguarda “il solito armamentario pro teorie genderfluid

– Ci specifica che le neo-femministe siano un branco di persone che entrano in contraddizione, al che viene da chiedere se la Lecce sappia che esistano più femminismi, specificando comunque che farà un lavoro per dimostrare ciò. Vi dirò, lo “attenderò con gioia” per vedere cosa ha da dire.

– Infine si arriva al punto della questione ovvero che la teoria gender non è naturale. Ma questo è il minimo sindacale.

 

La Lecce cerca di provare in una serie di passaggi di dimostrare le sua idea, dimostrando invece di avere delle gravi mancanze al riguardo di molti argomenti.  Qui ritorniamo ai bus anti-gender  che con lo slogan “i bambini sono maschi e le bambine sono femmine. La natura non si sceglie“. La giornalista  afferma chiaramente  che per lei non c’è niente di male a dire ciò, niente di transfobico o omofobico.

Questa affermazione, secondo la giornalista, è come dire che il cielo è blu.

E’ così chiaro, no! Un affermazione del genere come potrà mai essere considerata transfobica? Molto semplice, dire che il genere è esclusivamente legato al sesso che abbiamo fra le gambe è un affermazione transfobica. Questa frase sottintende che sono gli organi genitali a definire ciò che siamo. Inoltre si eliminano tutte le persone transgender no-binarie e tutte le presone transgender non medicalizzate.

Terrei anche ad aggiungere che questa affermazione cancella del tutto le persone intersex. La giornalista e i sostenitori di ati-gender  non si sono presi la briga nemmeno di prenderli in considerazione.

Ma il punto più alto dell’articolo si raggiunge con questa affermazione:

il gender è figlio della cultura femminista, non è un prodotto del movimento Lgbt. Chiariamo una volta per tutte: gender vuol dire genere ed è una parola che nulla a che vedere con i gay, essendo l’omosessualità un orientamento sessuale e non un genere. In parole povere: un gay non cessa di essere maschio e una lesbica non cessa di essere femmina e anche chi “transita” da maschio a femmina o viceversa, comunque “approda” ad un genere che è maschio o femmina.

Vi chiedo per favore di fare una serie di semplici azioni: Aprite il vostro browser e digitate “Teorie di genere” e guardate con i vostri occhi cosa viene fuori.

In mezz’ora, in cui potrete analizzare da voi i dati raccolti capirete subito che per prima cosa i gender studies hanno a che fare con il mondo LGBT+, sono nati in senno al movimento femminista ma sono stati sviluppati anche dal movimento lesbico, gay e successivamente dal movimento queer (che non e stato nominato nemmeno per sbaglio nell’articolo di Lecce). I Gender studies parlano anche di orientamenti sessuali e qui cito ontologismi.wordpress.com:

essi (i gender studies) rappresentano un approccio multidisciplinare e interdisciplinare allo studio dei significati socio-culturali della sessualità e dell’identità di genere.

Infine I sexualites studies fanno parte degli studi queer, di cui fanno parte anche gender studies.

Come si può notare tutte le informazioni necessarie sono sulla rete. Forse, farsi un giro per informarsi meglio non avrebbe fatto male alla sig. Lecce. Almeno avrebbe evitato di dire castronerie come: “il gender è figlio della cultura femminista”, semmai le riflessioni sul genere naquero, in primo luogo, dal femminismo e si svilupparono ramificandosi in altri contesti.

Arrivando alla conclusione dell’articolo della nostra giornalista, che se non si fosse capito sa veramente poco di femminismo,  possiamo trovare questa ultima perla:

Le neo femministe oggi sono invece portavoce della teoria del genere “fluido”, cioè del superamento del genere maschile / femminile. Ma come, non dovrebbero essere le femministe le paladine del genere femminile? Che fanno, negano la loro stessa esistenza? Le teorie del gender questo auspicano: una nuova era post-umana in cui maschile e femminile si confondono e si annullano. 

Non vorrei ripetermi ma sembra necessario: Oggi parliamo di femminismi al plurale. Di quale “femminismo” singolare e a quali neo femministe si riferisce la Lecce vada è un mistero. Le correnti femministe che affermano di sostenere, credere e rispettare  le identità di genere non binario non negano il femminile.

Gli studi di genere non auspicano ad un era post-umana in cui il maschile e il femminile si annullano. Questa è una affermazione è assurda e insensata dato che è chiaramente il contrario: Negli studi di genere si discute di identità di genere  cercando di aggiungere alla sensibilità umana delle sfumature che prima erano negate dagli stereotipi di genere.

Ma che importa informarsi. leggere. capire meglio quello che ci circonda. Sopratutto se si ha un blog sostenuto da un importante testata giornalistica!

Insomma. Anteporre il proprio pensiero a quello delle altre persone non è una cosa nuova ma non è nemmeno passata di moda. L’articolo di Laura Lecce, e ce ne sono tanti altri di tante altre persone, dimostrano che alla fine abbiamo tanta strada da fare per portare alla luce una realtà che viene sempre più infangata, fraintesa, che viene usata per fare visualizzazioni facili e che viene esposta attraverso titoli cubitali falsi per fare terrorismo di massa .

 

 

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