La “prima volta” degli asex al pride di Reykjavik
Per la prima volta, gli asessuali hanno sfilato al Reykjavik Pride Parade.
“Naturalmente -dice Gyða Bjarkadóttir del gruppo Asexual á Íslandi (Asessuali in Islanda) in un’intervista al sito gayiceland.is- la bandiera asex è stata presente anche ad altre manifestazioni, in passato, ma, per quanto ne sappiamo, questa è la prima volta nella quale marciamo come gruppo all’interno della parata”.
“Gli asessuali in Islanda -continua Gyða- sono discriminati, anche se non dal punto di vista legale, nel senso che possono liberamente sposarsi, avere figli o adottarli. Il problema riguarda di più il non essere riconosciuti come gruppo all’interno della società. C’è l’idea che gli asessuali semplicemente non vogliano fare sesso. E non volere fare sesso non viene vista come una cosa regolare, per cui si cerca qualcosa che possa essere aggiustato in questo senso. Parlando poi, più seriamente, esiste il problema molto grave dello stupro correttivo, che avviene quando una persona viene forzata nell’essere sessualmente attiva. Ci sono casi nei quali gli asessuali si sottopongono volontariamente a queste forzature, per venire incontro alle aspettative della società. Può sembrare stupido, per qualcuno, ma ti cambia la vita sapere che ci sono persone come te e che non c’è niente di sbagliato in te anche se hai un desiderio sessuale basso o nullo in questo mondo sessuale”.
“La comunità asessuale islandese -conclude- è piuttosto piccola, sia perché l’asessualità non è conosciuta dalla maggior parte della popolazione, sia perché, come gruppo, siamo stati, recentemente, un po’ inattivi. Facciamo parte dell’organizzazione queer nazionale Samtökin ‘78, dove gli asessuali sono benvenuti a farne parte”.
Il Pride di Reykjavik è un evento molto particolare. Intanto per la quantità di persone che vi partecipano. Data la piccola popolazione dell’isola, infatti, si calcola che circa il 30% degli islandesi (100.000 persone) partecipino, in un modo o nell’altro all’evento. L’Islanda è stata, inoltre, il primo Paese ad avere un primo ministro dichiaratamente gay, a permettere il matrimonio tra le persone dello stesso sesso, e a riconoscere i figli nati, o adottati, in queste unioni. Inoltre, è uno degli eventi di questo tipo più anziani, avvicinandosi alla ventesima candelina.
Nota: l’intervista a Gyða Bjarkadóttir è stata fatta prima della sfilata del pride, della quale non si hanno notizie al momento di scrivere questo pezzo
UPDATE (18 agosto 2017). Un articolo che parla del pride islandese è a questo indirizzo.