Gli “antisessuali” e “la fine dell’ERA”
Ho avuto il piacere di fare parte, per anni, di quella che veniva chiamata la galassia radicale.
La galassia era fatta di tante piccole associazioni, che facevano parte del partito transnazionale. Una di queste associazioni, era l’Esperanto Radikala Asocio (Associazione Radicale Esperantista), meglio conosciuta semplicemente come ERA.
Il fine dell’associazione era nobile: l’affermazione dell’esperanto come lingua internazionale che rispetti la biodiversità linguistica e una vicinanza nel piano di dialogo interculturale.
Gli esperantisti erano, nel gruppo, gente un po’ particolare, quando si riunivano, provavano a farlo parlando una lingua che solo loro capivano, pensando a come tradurre in esperanto i segnali stradali. Il corso di esperanto di Radio Radicale, era poi visto da noi militanti (per lo più appartenenti all’ala antiproibizionista sulle droghe), senza dirlo ad alta voce (sai che casino) come una sorta di bollettino sovietico ortodosso capace di suscitare più di una risata involontaria.
Nel suo viaggio verso la loro utopistica lingua internazionale, gli esperantisti, a fine anni ‘90, trovarono un ostacolo enorme: la diffusione dell’inglese come lingua franca di fatto.
I comunicati dell’ERA, dunque, per quanto sempre assolutamente autoreferenziali, iniziarono ad occuparsi non tanto della diffusione dell’esperanto quale lingua internazionale, ma di quanto fosse ingiusto l’uso dell’inglese per tale mansione, per poi passare ad una guerra totale contro l’uso della lingua inglese.
Verso la metà degli anni 2000, il sito dell’ERA ospitava in bella vista un banner “dillo in italiano”, dove si traducevano in italiano, non in esperanto, i termini “stranieri” (in realtà solo quelli anglofoni), quindi cocktail diventava bevanda arlecchina, marketing diventava vendistica, richiamando alla mente certe campagne fatte nei bei giorni dei treni in orario.
Dall’internazionalismo, erano passati al nazionalismo più becero in un batter d’occhio.
Volevo raccontare questa storia perché ultimamente sto leggendo di nuovo interventi di alcune persone che si definiscono asessuali, che sono, in realtà antisessuali.
E tutte le volte che leggo frasi contro il sesso altrui, mi viene sempre in mente la metamorfosi fatta dagli esperantisti radicali, e vorrei lanciare l’allarme, prima che questa comunità passi, in poco tempo, dal chiedere visibilità per il proprio orientamento sessuale, a fare campagne per reprimere la vita sessuale degli altri, o, almeno, perché questi comportamenti siano nascosti.
Attenzione, criticare il comportamento altrui, senza più portare avanti niente di virtuoso, è la cosa più semplice del mondo, e, ahimè, in tempi social, anche quella che porta più visibilità nell’immediato.
Ogni volta che leggo nella nostra galassia asex, interventi contro spot pubblicitari troppo “sessuali”, o contro comportamenti altrui che non si ritengono degni di essere mostrati in pubblico, penso che, con molto poco, come l’ERA, anche qualche nostro gruppo possa finire in mano a chi forse, chiederà di fare anche le campagne per coprire le gambe alle sedie, contro una presunta “ipersessualizzazione della società”, per trovare, un giorno o l’altro, qualche inevitabile bambino da difendere.
Probabilmente, una discussione in tema, all’interno della comunità potrebbe essere benvenuta. Per quanto le ragioni antisessuali siano proibite, di fatto, in ogni gruppo attuale, ciò non vuol dire che non possano essere formati gruppi di persone che si identificano come asessuali e che propagandino, per questa ragione il disprezzo verso il sesso.
Questi asessuali sono quelli che vogliono i siti-cloaca, i giornali-cloaca e le trasmissioni-cloaca che ci trattano come scherzi della natura: una banda di repressi ai quali dà noia che gli altri possano fare sesso liberamente, bacchettoni, perbenisti.
Per combattere queste tendenze, l’unico metodo che funziona è l’informazione. Dobbiamo impegnarci a spiegare che gli asessuali non devono essere considerati per nessuna ragione antisessuali, ma, anzi, una maggiore libertà ed apertura sessuale per tutti, può servire ad abbattere la cis-eteronormatività, ed a fare accattare ogni orientamento.