I siti di dating sono asex-friendly? Forse no, ma magari sbaglio

Io sono aromantico, e me ne frego, tanto per iniziare trasmettendo empatia verso il prossimo.

Ma leggo, e sento di molti amici asessuali (ed amiche, va da sé, ma questo pezzo lo coniugo al maschile, immedesimandomi) ai quali piacerebbe trovare l’anima gemella. Per la maggior parte degli altri maschietti asex, si tratta di un essere, meglio se umano, di sesso femminile. Se mi devo immedesimare…

Ma come la trovi, l’anima gemella?

Mica facile per un asessuale utilizzare i metodi comuni per fare amicizia.

Ti trovi ad avere la “sindrome da terzo appuntamento”, dove devi dirle che non ti va di andarci a letto. E, giusto per non generalizzare, le donne etero non la prendono per niente bene, questa cosa.

Sempre perché i luoghi comuni sono brutti e cattivi, le donne etero, in quel frangente dicono “è perché non sono abbastanza sexy per te?” che di solito (bruttissimi questi luoghi comuni) significa “ascolta, mi vorrai mica far credere che hai visto di meglio?”, e tu non puoi spiegarle, in quel dato momento che lei non sarà mai sexy abbastanza per te perché la tua persona ha per il termine sexy, la stessa familiarità che il caro, vecchio Aldo Biscardi aveva per la grammatica italiana.

A questo punto, di solito (è brutto generalizzare), l’avventura finisce.

Trovare “compagnia” all’interno della comunità? Lasciamo perdere…

Siamo pochi, sparsi per l’Italia, e componiamo uno spettro romantico enorme ed incasinato.

Non solo devi trovare una persona che ti piaccia, con la quale tu vada d’accordo, che abbia il tuo stesso orientamento romantico, ma, tra poche persone, c’è anche il problema dell’età. E che non abiti a mille migliaia di chilometri.

E poi, non per fare di tutta l’erba un fascio, stavolta, all’interno della comunità, una parte consistente del campione femminile, per prenderla larga, non è, per il nostro asex eteroromantico, un possibile obiettivo, ma una probabile concorrenza. Chiaro?

Quindi? L’unica via è la cosiddetta “coppia mista”, dei quali un membro è asex e l’altro no. Lascio ad altri tutta la letteratura del caso, sul come comportarsi, se e come fare sesso eccetera. Anche perché non sto facendo sul serio e, come ho già scritto me ne frego.

Ho provato a rivolgermi a qualche sito di dating, per vedere quanto un asessuale possa trovare compagnia.

Va da sé che abbia escluso OkCupid immediatamente. Lo so che è friendly e che ti puoi iscrivere come asessuale, e non vale. Lì è troppo facile. Devo fare un’indagine, non trovare l’amore della mia vita.

Ne ho provati altri. Anzi, ho fatto di peggio: ho chiesto ad alcune ragazze del collettivo di entrare negli stessi siti come donne e guardare cosa succeda… Mi ammoniscono immediatamente: “cosa vuoi che succeda?”. Devono avere già fatto l’esperimento.

Io, un po’ sono aromantico (e, se non si fosse capito, me ne frego, molto più del Capoccione mentre bonificava qualche Agro Pontino a scelta), un po’ ho un’età, e i siti di dating me li immaginavo con la sacralità e la privacy delle “agenzie matrimoniali”. Ce n’era una, a Firenze, che è stata l’incubo della mia generazione, quelli nati nei primi anni ‘70. Dato che nelle prime TV private, profilare il pubblico era un’attività sconosciuta, ed a un tratto si interrompeva Jeeg Robot, e appariva una signora con uno slogan che non avremmo mai dimenticato “l’amore è il sole, non rinunciare al suo calore”.

Ancora a distanza di quasi 40 anni, so che lo Studio2 era in via delle Belle Donne a Firenze. Ed ho ancora gli incubi per quello spot.

E a noi bambini i genitori ci spiegavano che quello era un posto dove quelli che non trovavano la moglie (o il marito, ma io guardavo Jeeg con i miei amici maschi) andavano lì e loro gli trovavano la moglie. Ce lo spiegavano perché vedevamo quella cosa in tv e potevamo farci strane domande. Mentre, per la mia generazione, un tizio, tra l’altro tamarrissimo, che si buttava al volo dalla moto, si trasformava nella testa di un robot umanoide, i cui componenti venivano lanciati da una tipa sull’astronave che usciva da un ottovolante sotterraneo attraverso qualcosa molto simile a uno sfintere era qualcosa di assolutamente logico e comprensibile.

Poi dice uno cresce male.

Ho dunque (tanto per riprendere un minimo il filo del discorso) fatto l’iscrizione ad uno di questi siti di dating. Ho creato il mio profilo, mi sono dichiarato asessuale (per vedere cosa sarebbe successo), ed ho iniziato a vedere i profili delle varie signore (ho un’età).

Nel giro di 24 ore, ho ricevuto due messaggi da altrettante signore che volevano conoscermi. Ho visto l’alert sul mio telefono, e la sera sono andato a vedere chi fossero queste due donne, per poter scrivere l’articolo su come siano friendly anche per noi asex questi siti di dating.

Facciamo una pausa. Sono un po’ scarso con il politically correct. Debbo parlare di quelle donne che fanno un mestiere un po’ particolare, diciamo un po’ antico. Non so che termine usare per non offendere nessuno. “Prostitute”, mi fa troppo di specializzazione medica, “escort”, mi fa troppo cena elegante a Villa San Martino. Un mio amico le chiama “quelle”. Mio nonno le chiamava “bucaiole di casino pubblico”, ma temo che sia un modo di dire un po’ maleducato. Visto che sto facendo un tuffo nella cultura pop che mi ha cresciuto, le chiamerò “peripatetiche”.

Nota 1: l’episodio che ci interessa è circa a metà

Nota 2: Sì, quello all’inizio è il Videotel, sì, era l’età della pietra…

Nota 3: Ormai si sa che era un falso, ma la telenovela piemontese fa sempre ridere

 

Il primo messaggio (tornando pietosamente in tema dopo una digressione durata chilometri fatta senza rispetto per il lettore) proviene da una certa Ekaterina. Il messaggio dice:

“Ciao tesoro. Spero che tu scrivimi. Voglio trovare il rapporto serio. Ma prima voglio conoscerti megliore. A presto”.

Per quanto nel suo profilo cerchi anche rapporti occasionali.

A parte l’italiano (è straniera), generalizzare ed usare luoghi comuni, qui, sarebbe veramente da stronzi.

La seconda mi dice “Salve, piacere di conoscerLa”, e mi invita, in un messaggio pieno di luoghi comuni, a mandarle una mail, in modo che possa inviarmi le sue foto. E vedere se il prodotto fosse di mio gradimento.

Chi non si rivolge così nell’approcciare uno sconosciuto?

Non avevo ancora messo la foto…

Chissà cosa cercano… Insomma, il messaggio è chiaramente standard, e mi è stato inviato appena ho fatto l’iscrizione.

O forse sono io che non sono al passo con i tempi? Ma se a un asex offri, di fatto, di scopare, non è che proprio tu gli faccia questa offerta allettante…

Non è proprio un posto dove una persona che non cerca sesso possa trovare qualcuno, ed essere contattato

Dato che, come ho fatto lievemente intendere, sono aromantico e me ne frego, finisco qui la ricerca. La risposta alla mia domanda “quanto sono friendly per un asessuale i siti di dating?” ha già una risposta “poco”. A parte qualcosa. E non ho cercato, per ovvie ragioni, tra le applicazioni a pagamento.

E… le ragazze? A loro, cosa è successo? Poche ore dopo, ricevo uno screen da una delle amiche alle quali ho chiesto di iscriversi. Rappresentava, la sublimazione di ogni sogno di qualsiasi Cenerentola: un principe, probabilmente azzurro e col cavallo probabilmente bianco, che aveva “c’è cazzo per te” come nickname. Poi si dice che non ci sono più uomini romantici.

Comunque, sempre per evitare i luoghi comuni (che sono brutti), alle ragazze asessuali, il principe azzurro sta sulle palle.

Oddio, come ricerca non è proprio un granché. Quindi, per favore, non prendetela troppo sul serio.

Lo so che per qualcuno non è così.

Lo so che, forse ho mancato di rispetto a tale Ekaterina e a quell’altra. Forse non sono quello che sembrano.

Insomma, si scherza, chi avesse trovato l’amore della sua vita su un sito di dating, tanti auguri.

Io, tanto, sono aromantico.

E me ne frego (e i treni sono in orario).

Comunque, la ricerca va avanti… chissà magari mi sposo (no, scherzo).

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