Candida Morvillo a una ragazza asex: aspetta il principe azzurro

Mea culpa, mea culpa, il resto non lo so, perché ho fatto l’ITI e il latino non l’ho studiato (e anche la frequentazione di chiese ed affini è stata praticamente nulla)

A forza di cercare notizie sullo stato degli asessuali (e non solo) in Papuasia, mi sono fatto passare sotto il naso per più di un mese una risposta di Candida Morvillo ad una ragazza asessuale sul blog di Io Donna del Corriere della Sera.

Insomma: ce l’avevo sotto al naso, magari le è anche già stato risposto. È bello essere sempre sulla notizia

La ragazza si lamenta del fatto di non essere capita come asessuale di come tutti le dicano di “aspettare la persona giusta”, e dice di essersi trovata bene in contatto con la comunità asex, una volta trovata.

La signora Morvillo, nella risposta, tira fuori una perla:

L’altra cosa che sommessamente le suggerisco, se me lo consente, è di non fare circolo neanche con gli altri del “no sex no problem”. Se immagina un “voi” e un “resto del mondo” che non vi capisce, rischia l’autorafforzamento forzato delle sue convinzioni. Rischia di perdere di vista se stessa, e l’incontro con l’inatteso che può stupirla.

Ma la signora Morvillo, lo ha letto cosa ha scritto in quella risposta?

Gli altri del “no sex no problem”?

L’autorafforzamento forzato delle sue convinzioni?

L’incontro con l’inatteso che può stupirla?

Le sta dicendo veramente che deve aspettare la persona giusta? Che è una fase? Che prima o poi un principe azzurro lascerà un secondo il cavallo bianco in seconda fila per passare a prenderla e portarla in un castello incantato con vista sulla superstrada?

Ve lo concedo: il principe, l’ho inventato io. Il resto, l’ha scritto davvero.

Non ce la faccio neanche ad incazzarmi…

Qualcuno pensa che la risposta non sia così grave? Immaginiamoci, allora, che, con lo stesso tono, la Morvillo abbia detto la stessa cosa ad una ragazza che le avesse confessato di essere lesbica. Avrebbe detto “carissima, non stare soltanto con le tue amiche lesbiche, altrimenti si autoconvince che sia una cosa giusta, e rischia di perdere di vista l’incontro con l’inatteso che può stupirla”. Cosa succede il giorno dopo? La signora Morvillo riceve un convinto e sonoro vaffanculo da tutto il mondo civile, e la stima di Adinolfi, che forse è ancora più offensiva del vaffanculo.

Temo che si debbano ancora fare sforzi in molte direzioni. “No sex, no problem”, dice la giornalista, quanti asessuali farebbero provare alla Morvillo un secondo della propria adolescenza? Altro che “no problem”. Quanti dubbi senza nessuno che ci abbia detto cosa fare? Evidentemente, aver preso coscienza del nostro orientamento, e prima, aver cercato un nome al nostro orientamento che ci faceva sembrare così sbagliati, e impossibili da
“incasellare” nel nostro mondo, fino a trovare gli altri del rischio dell’autorafforzamento per di più anche forzato delle nostre convinzioni.

Mentre aspettare il principe azzurro ed essere etero per mancanza di prove, è il consiglio che la signora Morvillo dà ad una ragazza asessuale poco più che ventenne.

Speriamo non sia troppo tardi.

 

PS: ho fatto l’ITI, ma temo che “l’autorafforzamento forzato”, in italiano torni poco. E anche come modo di dire mi pare un po’ una cavolata. Con rispetto.

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