Riverdale: una serie da evitare?

L’attore Cole Sprouse, che interpreta la parte di Jughead, nella serie Riverdale, ha scatenato un putiferio per alcune sue dichiarazioni fatte su Reddit, che in pochi minuti avevano già superato i 2.000 commenti.

L’affaire verte sul fatto che il suo personaggio, dichiaratamente asessuale nel fumetto dal quale è tratta la serie, abbia perso la sua “caratteristica”, una volta che la serie è stata trasportata in TV.

Quello che ha dato più fastidio (non sarebbe la prima volta che in una trasposizione per la TV, alcuni particolari vengono adattati), è la ragione che Cole ha dato per questo cambiamento a 180° del suo personaggio. Ha usato i termini che si usavano ad Hollywood fino a 20 anni fa per eludere certi temi: “non è il momento giusto”, “Riverdale è un nuovo universo”, e soprattutto, si è giustificato dicendo che la serie doveva essere adatta ad un pubblico televisivo.

Da quanti anni le serie TV parlano tranquillamente di sessualità non cis-etero?

A memoria, Queer as folk, almeno la versione britannica, è vecchia di quasi 20 anni e The L word, ne ha pochi di meno. Nell’anno di grazia 2017, nelle serie, ci sono personaggi queer, ci sono attrici transessuali, vengono tranquillamente affrontati questi temi.

Perché un personaggio asessuale, la cui asessualità costituisce un “canone” nel fumetto, deve essere normalizzato per il pubblico della TV?

E, soprattutto, perché l’attore deve arrampicarsi così sui vetri? Sprouse ha dichiarato che “l’attore può inventarsi fino ad un certo punto”. È un attore, deve fare la parte di altri. Altrimenti è un documentario, non un film.

Per tutta la serie del fumetto, Jughead dichiara fieramente di non aver interesse per le donne, non in quel modo, di non innamorarsi né di avere attenzioni per nessun*.

Nella serie, ha una relazione.

Cosa può significare per un adolescente asessuale, la mancanza totale di protagonisti asex nelle serie più viste in quella fascia di età? Soprattutto oggi, quando, come abbiamo visto, tutti gli altri orientamenti sono tranquillamente presenti sui media? Si sente ancora più escluso, emarginato anche da quelle aree di “emarginazione” ormai, per usare un brutto termine sdoganata.

Sprouse tocca, infine, il fondo, quando dice nell’aver normalizzato il suo personaggio, il suo orientamento è irrilevante, perché “siamo tutti umani”.

Attenzione ai termini: chi nega il razzismo nella società americana, e nega le evidenti diverse misure prese da parte delle forze dell’ordine nei confronti della comunità afroamericana, contrappone al black lives matter, un, apparentemente innocuo, all lives matter, ma in questo modo elimina il razzismo dal dibattito.

Stessa cosa di chi, di fatto, non condanna il femminicidio, contrappone i diritti di tutti ai diritti delle donne che sono quelle che subiscono le violenze.

Chi vuol negare i diritti ai gay, dice che siamo tutti uguali, togliendo quindi la specificità ai gay.

Se Sprouse avesse fatto queste dichiarazioni contro la comunità gay, contro le donne, o contro la comunità afroamericana, sarebbe già a chiedere scusa.

Le scuse che pretendiamo di ascoltare.

 

Nota dell’autore. Ho decisamente passato l’età per vedere Riverdale… Quando iniziai a fare il blogger, circa 20 anni fa, quando ancora non si chiavano blog, il mio responsabile fece un comunicato stampa denunciando “la volgarità della radiocronaca della Rai in occasione di una partita della nazionale”. Il genio stava ascoltando la Gialappa’s Band, anziché la radiocronaca “ufficiale” e non sapeva cosa fosse, e lo prendemmo appena per il culo per anni. Ecco, io, ora ho l’età di quel genio, e temo di averci capito poco sulla serie (che non ho mai visto), sul fumetto (figurati) eccetera… Ma le dichiarazioni di questo tizio, quelle l’ho lette bene.

Adesso vi lascio. Hanno appena aperto un cantiere qui di fronte. Stasera sono occupato.

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