Quando le parole sono importanti

Tutta questa retorica contraria al politicamente corretto, ci ha fatto dimenticare perché si devono usare alcune parole, anziché altre.

Non voglio stare a fare il solito esempio del cieco e del non vedente, o del diversamente abile. Non sono le parole che ci vengono dette ad essere importanti, sono quelle che ci diciamo da soli.

In un messaggio, un amic* ha scritto questa frase: “ho perso la verginità tardi”.

Questa persona non ha perso niente, ha avuto un rapporto sessuale ad un’età che ritiene avanzata rispetto alla media. Non abbiamo là sotto una scritta con scritto “da usare entro il…”

“Perdere la verginità” è una frase cis-eteronormativa, come se non aver “timbrato ancora il cartellino” ad una certa età fosse una vergogna, o, per altri, una virtù. Significa dover fare una certa attività, anzi: in alcune culture, la verginità (della donna, ovviamente) è un valore da preservare. Ci deve essere un prima e un dopo la trombata numero uno, nella vita di ogni essere umano.

Oppure: “io ho avuto svariati rapporti sessuali, prima di dichiararmi asessuale”. Questa è da maschietti. Suona come “ehi, guarda, che so anche io come si rimorchia una donna”. Sessista: toppa peggiore del buco.

Perché vuoi raccontare le tue avventure erotiche? Chi se ne frega, onestamente, a patto che tu non ti sia trovat* nello stesso letto con (inserire un nome) e/o con (inserirne un altro) per due giorni, la cosa mi lascia indifferente.

“L’asterisco, poi, a cosa serve? Non possiamo scrivere il/la? Come fanno ad esistere persone che non sono né completamente maschi, né completamente femmine?”

Fino a quando all’interno della comunità asessuale continueremo ad utilizzare il vocabolario di chi ci chiama “non trombanti”, o di chi ci dice che “aspettiamo la persona giusta”, signor* e signor*, non potremo pensare di esistere davvero.

E dobbiamo anche pretendere l’uso di un vocabolario corretto, ed usarlo per primi nei confronti degli altri: una persona che ha un genere percepito femminile è una donna transessuale, i poliamorosi non fanno le orge, nessuno mette le corna a nessuno.

Perché “le parole sono importanti”, come disse quasi 30 anni fa Nanni Moretti, (prendendo a schiaffi una giornalista).

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