Coming out: sì o no?

La mia posizione sul coming out è che in un mondo ideale al dubbio se farlo o no, dovremmo rispondere “certo, non sarà altro che una bella esperienza”.

In realtà, questa è una bugia. Nel mio mondo ideale, non ci sarebbe bisogno di fare nessun “coming out”, perché l’eterosessualità non sarebbe presa come standard di fatto, per cui devi comunicare di non farne parte.

Anche se essere asessuali ricopre un aspetto importante della vita, questo non deve necessariamente essere parte della propria identità in pubblico, se non si vuole che lo sia.

Le persone LGBT+ fanno coming out perché, appunto, il loro orientamento sessuale è una parte della propria identità che vogliono condividere, vogliono sentirsi liberi di esprimersi e di evitare evitare almeno un po’ di quelle cose che le persone danno per scontate quando danno per scontato che tutti siano etero.

Se non hai fatto coming out, stai nascondendo una parte della tua identità, e questo sta creando una certa distanza tra te e i tuoi amici e tra te e la tua famiglia. Continui a sentirti fare domande imbarazzanti, anche perché loro, non capendo cosa ti succede, non possono aiutarti in alcun modo.

Il coming out, da un lato può servire a risolvere alcuni di questi problemi, ma dall’altro li può peggiorare: tutto può anche andarti in merda, ma un po’ di quella merda potrebbe essere ignoranza in materia, e questa va combattuta con un po’ di informazione.

Potresti prendere un po’ di libri o di film sull’argomento, in modo che queste persone, si spera, possano rispondere in modo un po’ più informato e ti possano sostenere.

Puoi decidere a chi dirlo. Il grande mito del coming out è che lo si faccia una sola volta in modo drammatico, ma in realtà, va fatto decine di volte, in decine di contesti e modi diversi.

Puoi scegliere di dirlo a pochi amici, o puoi scriverlo online, o condividerlo su qualche social network. Puoi non volerlo dire ai tuoi genitori. A scelta

In ogni modo, sappi che i genitori lo diranno ai parenti, gli amici ad altri amici, questa notizia si espanderà ovunque potrà. Non sarà facile tenere sempre sotto controllo la situazione di “chi sa” e di chi “non deve sapere”.

 

Il testo è tratto dalla risposta data da Roe McDermott ad un lettore su Dublin Enquirer.

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