A chi importa dell’asessualità (Perché la visibilità è importante)

Ogni volta che si menziona l’asessualità in un articolo o intervista c’è sempre inevitabilmente un’osservazione simile a questa nei commenti:

Perché dovete parlarne? A chi importa che non facciate sesso? Smettetela di sbattercelo in faccia!

Per me è frustrante vedere questo atteggiamento, persone incapaci di chiudere la bocca e aprire la mente abbastanza a lungo per capire che esistono persone diverse da loro. E non sono soltanto degli anonimi su internet a condividere questa visione. Nella sua orribile apparizione in (A)sexual questo è praticamente ciò che dice anche Dan Savage. Ma in realtà queste non sono le persone per cui sto parlando di asessualità. Persone pseudointellettuali ignoranti come loro sono una causa persa e non vale la pena di perderci energie. Ma la domanda rimane. Perché ho bisogno di parlare di asessualità? A chi importa? Lasciate che condivida una conversazione in cui mi sono imbattuto l’altro giorno. Si svolge tra un ragazzo sui vent’anni e una ragazza interessata a lui. È una conversazione reale, leggermente modificata per questioni di privacy e per rimuovere alcuni dati irrilevanti. È un po’ lunga però, quindi per favore abbiate pazienza.

A: Scusami, io e Joe stiamo facendo una gara di culo (what the fuck?? n.d.t.)...Non mi chiedere niente…

B: Non avrei chiesto niente

A: Vota però! Forse ti ho appena spaventato… :P

B: Sei sicura che il tuo scopo non sia proprio spaventarmi?

A: Hey, tu oggi mi hai spaventato varie volte

B: Si ma questa è una di quelle cose che probabilmente mi farà rotolare sul pavimento cercando di scacciare il pensiero dalla mia testa

A: In ogni caso sto vincendo, non mi serve il tuo voto...buono a nulla :P

B: E cosa ti fa pensare che avrei votato per te? c’è una quantità limitata di trauma psicologico che una persona può sopportare e io ho superato da un pezzo quel limite.

A: Seriamente, davvero questo tipo di cosa ti da fastidio?

B: è una parte del mondo di cui sarei felice di non conoscere l’esistenza…ma davvero mi fa rotolare sul pavimento sbattendo la testa per scacciare il pensiero? no. Non sono così incasinato

A: Di solito i ragazzi si eccitano con queste cose ma immagino che tu ti reprima...e no nemmeno io capisco perché si eccitino con questo tipo di cose

B: Se vuoi chiamarla repressione fa pure. Ma onestamente non la vedo così. Non mi sembra di star tenendo a bada qualcosa, che ci sia dentro di me qualche entità malvagia che devo tenere nascosta. Semplicemente non c’è nulla.

A: E non c’è mai stata?

B: Non so se non l’ho colta io o non l’ho mai trovata oppure l’ho persa. Ma non mi disturba. Non vedo perché dovrebbe. Non mi eccito all’idea di guardare i culi delle persone. Da un certo punto di vista non mi sembra una cosa negativa. Mi piace il fatto che non mi trasformo in un viscido idiota per questo tipo di cose.

A: Sai, mi piace questo. Mi ha sempre disturbato l’idea che i ragazzi con cui parlo e a volte anche le ragazze hanno ovviamente altre intenzioni mentre parlano con me e so che ogni cosa dicano stanno solo cercando di avvicinarsi a me...Mi ha fatto andare fuori di testa con Jake. Si lamentava, gemeva e implorava e in generale si comportava come un idiota...

B: Forse semplicemente io ho un approccio funzionale alle cose. “oh fantastico, sembra proprio che starai comoda da seduta”. O cose del genere. Non ci vedo niente di interessante. Non voglio toccarlo, Insomma cosa ci guadagnerei?

A: immagino che sia uno di quegli argomenti che possono essere visti da molte diverse prospettive...non sono sicura di poterlo spiegare diversamente o nemmeno di volerlo…Immagino che per me si tratti di fiducia o qualcosa del genere. E ora ti ho davvero spaventato…

B: No non mi hai spaventato. Le parole vengono fuori ma non formano frasi di senso compiuto...le parole, vogliono parlare, vogliono maledire la società perché pensa che io abbia qualcosa di sbagliato, vogliono chiedermi se io abbia qualcosa di sbagliato, vogliono scavare nel mio passato, vedere cosa è andato storto, se è andato storto..vogliono...vogliono parlare ma non hanno niente da dire. Mi dispiace, davvero, solo…

A: Cosa?

B: Vedi cosa può farmi una gara di culi?

A: Lo vedo ma non lo capisco…

B: Immagino che tu abbia trovato un esplosivo a forza di scavare...Non è la mia sessualità ad essere repressa, è tutto questo.

A: Non so cosa dire...sono abbastanza confusa

B: Mi dispiace di aver riversato tutto su di te. Wow c’è stato uno scambio di ruoli. Ora io sono quello emotivo e tu quella che non riesce a trovare le parole. Non avrei mai pensato di vedere le cose da questo punto di vista.

A: Va bene. MI piace quando mi parli e ora mi stai parlando. E sono anche curiosa credo. So che non sono affari miei...

B: Penso che sia per via del fatto che ho un nome per tutto tranne che per me stesso. Non ho un posto nel normale ordine delle cose e mi va bene così. Ma vorrei un nome...”non mi piacciono le donne” “oh allora sei gay?” “non mi piacciono nemmeno gli uomini” “ma cos’hai che non va allora?”. No, se questo è affare di qualcuno a parte me è tuo.

A: Non sessuale...sembra abbastanza brutta ma penso che la parola sia questa...ho sempre pensato anche io che tu fossi così...voglio dire, anche quando ti conoscevo appena. Ho anche sentito usare la parola asessuale, ma questo ti fa sembrare come se fossi qualche sorta di organismo unicellulare...

B: Sono sicuro che un nome esista. Un nome che nessuno ha mai sentito e non ha idea di cosa significhi. Si probabilmente qualcosa del genere. Qualsiasi cosa del genere significa “Non riesco a farlo” per il Joe medio. Ma io “Non voglio farlo”.

A: Anche io ho avuto periodi in cui la pensavo così...il pensiero mi disgustava in un certo senso. Ma mi rendo conto che pensavo al sesso come a un porno trovato su internet o qualcosa di simile, e questo è disgustoso. Ma per me non si è trattato di uno stato permanente immagino. Poi ho iniziato a pensare al sesso come a un fatto di fiducia, suppongo...ed è davvero bello quando la vedi così.

B: Non so se faccia per me. Non lo so. Forse un giorno mi sveglierò e dirò “hey, sono innamorato” o comunque posso innamorarmi. Sesso e amore sono due cose distinte quindi perché no? Oppure non sono in grado nemmeno di innamorarmi?

A: Sono due cose totalmente distinte da quello che ho sentito e vissuto...forse non completamente..

B: Non ho mai provato attrazione fisica per Red, ma era reale o qualche risposta cerebrale alle pressioni adolescenziali? Se era reale perché non mi è più successo da allora?

A: Perché probabilmente, a livello inconscio, ora lo percepisci come qualcosa di negativo e ti spaventa, credo. E sai la citazione che ognuno userebbe in questo caso…

B: Perché non penso a te martedì e e dico “sono innamorato”? Invece penso “è carina”..cos’è che non sta funzionando? Grazie dell’ascolto, non so se mi sarà di aiuto, o se c’è qualcosa per cui essere d’aiuto, ma grazie.

A: Non lo so...se non ci pensi, allora ovviamente non c’è niente che sta succedendo, perché lo sapresti se ci fosse. Penso che dovresti solo andare a dormire in questo caso.

B: Oh, quindi vuoi che me ne vada?

A: No, non voglio che tu sia ancora più stanco di così domani..

B: Se è qualcosa di inconscio è molto profondo. Non penso che una persona possa fare così tanti danni. Forse rendermi più riluttante ad agire, ma c’è stato abbastanza tempo e qualcosa sarebbe già successo adesso. Ho quasi detto “stando alle statistiche qualcosa sarebbe dovuto succedere”. Forse è questo. Forse penso troppo. Forse non dovrei pensare, dovrei correre.

A: Beh tu non parli con molte ragazze, per nulla. E se non sei fisicamente attratto dalle persone, non troverai nessuno se non ci parli…

B: Ma ogni tanto incontro qualcuno sul mio cammino con cui parlo.

A: Personalmente non riesco ad essere attratta a prima vista dalle persone che incontro nella vita. Penso di aver allenato me stessa a cercare prima di scoprire cosa ci sia di folle nella loro mente...A volte vedo dei ragazzi molto attraenti e cerco un contatto visivo, solo per divertimento, ma non sento...niente, in realtà.

B: Perché deve essere necessariamente una cosa limitata alle ragazze? Non ho nemmeno mai trovato un Mr Right..

A: Vero..ma non parli nemmeno con molti ragazzi

B: Cosa ci sia di folle nella loro testa? Hai parlato per troppo tempo con me…

A: Volevo dire cosa ci sia dentro la loro testa ;D Posso chiederti cosa ti rendeva attratto da lei (Red)?

B: Attraente...non ho nemmeno chiaro cosa significhi questo per me. C’è quello che ogni altra persona trova attraente e poi c’è ‘quella persona mi sembra interessante’, che penso dovrebbe contare, ma mi sembra più che altro di giudicare un quadro in una galleria d’arte piuttosto che essere attratto da qualcuno. E alle persone non piace essere portate a casa e appese a una parete.

A: Ma cosa la rendeva diversa dalle altre persone che conoscevi? O che conosci ora.

B: Non lo so. Niente credo. Il momento e il luogo.

A: La conoscevi davvero? Era tua amica?

B: Si. Facevamo insieme la metà dei nostri corsi. Non facevamo niente di particolare insieme, ci scambiavamo consigli sui libri per i saggi di inglese e cose così. E a le piaceva davvero “The grapes of wrath”. In quel momento quello non avrebbe dovuto essere un indizio. Aspetta! Non è lei quella cattiva, John Steinbeck lo è.

A: Quindi in qualche momento hai avuto una vita sociale? Da quanto tempo la conoscevi prima di iniziare a sentirti così nei suoi confronti?

B: Se vuoi chiamarla vita sociale...io lo chiamo parlare con i compagni di classe. Non pranzavo spesso con altre persone a scuola e non incontravo mai nessuno dopo. Poi vivevo in Nevada...non c’erano posti dove andare. Le persone andavano a visitare davvero i fossi di ghiaia… Non ricordo...dopo qualche mese, non dopo anni o simili.

A: Cosa successe quando hai cambiato modo di vederla? Cosa ti sembrava diverso?

B: Non ricordo..

A: quindi non ricordi come sapevi che ti piaceva? Non sto cercando di estorcerti informazioni comunque, quindi sentiti libero di non rispondere a qualsiasi domanda…

B: No non ricordo la sensazione, nemmeno. È come un’immagine in un vecchio libro. È quello che resta dopo essere stata stampata con una pressa ricoperta di inchiostro.

A: beh in ogni caso...solo perché tu pensi che ti dovrebbe piacere qualcuno non significa che quella sia la persona giusta o roba del genere… ci sono tante persone del passato che avrei dovuto apprezzare ma semplicemente non è scattato nulla...ci sono anche persone così proprio ora. A volte c’è qualche difetto che non riesco a tollerare, mi fa impazzire che posso essere così superficiale. E anche quando sono totalmente ossessionata da qualcuno online potrebbe non scattare nulla nella vita reale. Comunque… si, vai a dormire. Non voglio sentirmi in colpa se sei stanco domani :)

B: Probabilmente sarei stanco anche se fossi andato a letto alle dieci…

A: Più stanco, allora

B: E grazie per la chiacchierata. Di solito scriverei queste cose, ma ancora non le avevo scritte… Probabilmente dovrei, comunque. Andiamo, “venire a patti con una sessualità alternativa”? c’è un intero libro di Oprah su questo. E un libro di Oprah significa navigare nei soldi…

Questo è il motivo per cui mi sento in dovere di parlare di asessualità.

Quel ragazzo…sta male, è spezzato e confuso, è diverso da chiunque altro conosca e non ha le parole per spiegare come si sente. Ci scherza sopra, ma è così che cerca di superare la cosa. Si sente vuoto, frustrato e solo. Lui è me.

Questa è una conversazione veramente avvenuta nel 2002, con la donna che in seguito divenne la prima e fin’ora mia unica fidanzata (e non molto tempo dopo la mia prima e unica ex fidanzata). Ci sarebbero voluti altri nove anni prima che scoprissi l’esistenza dell’asessualità. Altri nove anni di confusione, disperazione e solitudine. Altri nove anni di sentirsi così. E mi ero sentito così per anni prima di quella sera.

Ogni volta che qualcuno tirava fuori amore, sesso, relazioni, matrimonio c’era quel senso di vuoto, confusione, quel “cosa cazzo ho di sbagliato?”

Lei aveva persino tirato fuori la parola asessuale già allora, e io l’avevo ignorata. Non l’avevo mai sentita e non avevo idea di cosa significasse. Non poteva trattarsi di quello.

Ma quell’unica parola avrebbe potuto cambiare tutto per me allora. Perché non l’ho ascoltata? Perché non sapevo cosa fosse? Perché ci ho messo altri nove anni a scoprirla? Per scoprirmi…

Quindi, a chi importa dell’asessualità?

A me importa.

Mi importa per via di tutto il tempo che ho passato perso nell’ignoto chiedendomi cosa mi mancasse. MI importa per tutto il tempo che ho passato guardando le altre persone e vedendo che ero profondamente diverso da loro, pensando che qualcosa fosse guasto dentro di me. MI importa per tutto il tempo che ho passato a non sapere dove collocarmi nel mondo, pensando che non mi sarei mai collocato in nessun posto. Mi importa perché non voglio che nessun altro passi quello per cui sono passato io. Ora ho un posto. Ho un nome per me. Non sono più difettoso. Ma…qualcun altro lo è.

Parlo di asessualità perché da qualche parte ci sono persone confuse che si sentono perse e difettose, alienate e dubbiose proprio come me. Lo faccio perché ogni persona a cui ne parlo potrebbe essere una di queste. Lo faccio perché ogni persona a cui lo dico potrebbe essere questa persona.

Basta solo una persona informata nel posto giusto al momento giusto per cambiare la vita di qualcuno. Ecco perché la consapevolezza è importante. Ecco perché lavorare per la visibilità è importante. Ecco perché sento il bisogno di parlare, ecco perché mi importa farlo.

 

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