Rappresentazione di una realtà – Storie di due personaggi asessuali-

Non si può negare.  I Film, Le serie TV, I libri, la pubblicità e qualsiasi mezzo con cui è possibile rappresentare una realtà- che sia essa fittizia o tangibile- ci porgono in maniera evidente uno specchio nella quale riflettere una parte di noi stessi. Ma cosa succede se l’immagine proposta non include delle realtà per promuoverne una sola?

Le storie che producono moneta sonante viene prima di tutto per la grande distribuzione.

Fortunatamente sono finiti i tempi in cui negli USA  il Codice Hays – famose linee guida per censurare e guidare la produzione di Film dagli anni ’30 agli anni ’60- dettava leggi morali su ciò che poteva essere rappresentato in pellicola e cosa non fosse “moralmente accettabile” proporre. Ma oggi non siamo veramente così liberi come pensiamo di essere, solo di recente il film La Bella e la Bestia di Bill Condon ha rischiato la censura in Russia e in Malesia poiché uno dei personaggi è probabilmente omosessuale.

 

Ma quant’è importante avere una rappresentazione nei media? Qui cito un artista fotografa, Joan Biren, che risponde a questa domanda meglio di quanto potrei fare io:

I wanted to be a photographer in large part because I needed to see images of lesbians, and it was… a visceral thing. I wanted a reflection of my reality, and I think everybody wants that. My experience is that there’s an enormous hunger among people to be able to see themselves. (…) And part of why I’ve devoted my life to what I call ‘making the invisible visible’ is for that reason.

La censura, il voler ad ogni costo eliminare o emarginare certi frammenti della realtà oggettiva da parte della grande distribuzione ha fatto si che centinaia di persone si trovassero davanti a prodotti  che non li rappresentasse  minimamente, o nei casi più gravi, sminuissero e traviassero completamente l’orientamento sessuale o l’identità di genere a cui appartengono.

Rendere l’invisibile visibile

La ricerca di uno schermo che ci dia un riflesso di ciò che stiamo sperimentando nella vita reale, dei punti di riferimento o anche solo un immagine con cui confrontarci ed ha spinto artisti di ogni arte a creare una rete di immagini per  rendere l’invisibile visibile. Per Accantonare la visione eterosessista e binaria e creare uno spazio per chi non si ritrovava negli stereotipi proposti.

Noi persone asessuali non siamo poi così diversi. Sul Forum Aven it , nei vari gruppi Facebook, ecc…sono stati più volte aperte delle discussioni apposite per “individuare” personaggi famosi o fittizi che potessero essere definiti asessuali.  Questo proprio per ricercare quei punti di riferimento che tutti alla fine cerchiamo sul grande schermo:  un personaggio in cui ritrovare parte di noi stessi.

La cosa non è semplice come si pensa! Soprattutto per quanto riguarda l’asessualità. Non basta che un personaggio non dimostri attrazione romantica,  non si  impegni sentimentalmente con nessuno o non dimostri interesse per qualsiasi iterazione romantica. Le persone asessuali sono ben più complesse e sfumate di quest’unico stereotipo proposto.

Ci sono differenti personaggi fittizi, dichiarati asessuali o anche se non l’hanno fatto non hanno chiaramente pulsione sessuale verso nessun genere, che incontrano molte volte l’incomprensione generale del pubblico o dei produttori non informati sul orientamento asessuale. Vorrei portare l’attenzione su due personaggi fittizi di serie Tv che hanno sollevato , e sollevano ancora oggi, dibattiti fra pubblico e creatori:

Jughead di Riverdale e Sherlock Holmes della serie televisiva di Steven Moffat

Tutti e due riconosciuti come personaggi Asessuali dai Fan e fra cui Jughead è dichiarato asessuale nel fumetto da cui è tratto il telefilm. Andiamo dunque ad analizzare questi due personaggi

Jughead e la delusione dei fan Asessuali

Per Jughead la cosa è ancora molto fresca, ancora oggi se ne parla ed è l’argomento che  viene più o meno trattato da tute le pagine a tematiche LGBT+.  Appena saputo dell’uscita di Riverdale nella comunità Asessuale si era scatenato l’entusiasmo e la felicità legata al fatto di poter di vedere un personaggio dichiaratamente asessuale

finalmente in TV. Per gran dispiacere di tutti non è andata come si pensava e la A-sessualità Jughead è stata completamente eliminata.  Lo stesso attore Cole Sprouse ha affermato all’inizio di quest’anno  che:

“L’asessualità non è un elemento particolarmente compreso e penso che forse sviluppare quell’aspetto narrativo potrebbe essere davvero interessante e originale, e potrebbe interessare gli spettatori, senza pestare i piedi di qualcun altro”.

mentre l’attore affermava ciò era di altra opinione Aguirre-Sacasa, il produttore della serie, che ha affermato di non volersi soffermare su questo aspetto della personalità e dell’orientamento di Jughead. Casualmente o meno  negli ultimi giorni Sprouse sembra aver cambiato bandiera e infatti ha detto in un intervista che per l’asessualità “non è il momento giusto”.   Non ci resta che attendere e vedere come la cosa  prenderà piega nel telefilm ma nella prima stagione è stato comunque smentito qualsiasi approccio all’argomento dell’orientamento asessuale del personaggio.

 

Sherlock Holmes e l’orientamento vacante.

Sherlock Holmes della serie televisiva di Steven Moffat invece ha avuto sorte diversa. Ha cambiato sorte numerose volte, ifatti, mentre nel 2014 Benedict Cumberbatch, interprete di sherlok holmes ha dichiarato:

“Non vedo alcuna ragione al mondo per cui dovrebbe essere asessuale. Ognuno lo vede come vuole, va ad interpretazione. Ci sono stati asessuati che sono venuti da me per ringraziarmi. Ma io non ne so nulla. Voglio dire, l’uomo è troppo occupato a fare sesso’.”

Questa presa di posizione non era nuova e anche Steven Moffat che precedentemente, nel 2012, aveva affermato :

“non ci sono indizi nelle storie originali di omosessualità o asessualità. In realtà lui dice che non vuole l’attenzione delle donne perché ciò è una distrazione. Cosa vi dice questo di lui? Deduzione diretta. Non vivrebbe mai con un uomo se fosse interessato agli uomini”

continuando con l’affermare che lui vede quello che fa Holmes come una scelta e non perchè sia asessuale. In questo modo il regista esclude con una certa decisione ogni possibilità. Come se non bastasse durante la stessa intervista ha continuato dicendo che:

“Se fosse asessuale (Sherlock Holmes), non ci sarebbe tensione, divertimento, è chi si astiene che è interessante.”

Questa era la linea generale prima del 2015. Ad un anno di distanza dall’intervista di Benedict Cumberbatch sopracitata, le cose sembrano cambiare e le affermazioni prendono una piega diversa. Cumberbatch afferma  il contrario di ciò che aveva precedentemente detto,  dichiarando che il “suo” sherlock Holmes è chiaramente asessuale.

Non so se si possa definire un “Good Ending” o una chiara scelta strategica per fare più pubblicità alla serie. Sta di fatto che la questione si sta ancora sviluppando.

 

Conclusioni e riflessioni finali

Ci sono molti altri personaggi fittizi che subiscono questa sorte poco lodevole. Sta di fatto che in ogni caso viene negata la visibilità  di  un intero orientamento con le scuse più varie e disparate, come se il non avere pulsioni sessuali o romantiche sia una cosa da “Strambi” o almeno da non umani.

Molti ragazz* asessuali si ritrovano soli, davanti ad una produzione di immagini che non li rispecchia, non trovano punti di riferimento e si sentono smarrit* davanti ad una società che promuove il sesso e l’amore romantico come la qualità per eccellenza di ogni essere umano.

Dimentichiamo però che sono infiniti modi di amare. Non tutti contemplano il sesso e il romanticismo ma non per questo valgono meno o che “non sono abbastanza”.

Thuban

 

 

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