12 Settembre 2025
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Asessualità in Repubblica Ceca: la testimonianza di Natálie.

Natálie, giovane donna ace omoromantica, si racconta.

Per molte coppie il sesso rappresenta una parte essenziale della relazione, mentre per altre è un aspetto negoziabile o secondario. Per Natálie, 24 anni, il rapporto sessuale è invece qualcosa di respingente, e la società attorno a lei fatica ad accettare tutto ciò. «Asessualità per me significa che non provo attrazione sessuale per nessuno, e ciò che per altri può essere eccitante, per me è solo spiacevole», racconta a un sito di informazione ceco.

Natálie si definisce omoromatica e asessuale. Attiva sui social, si occupa di salute mentale, parlando apertamente della sua esperienza con il disturbo borderline di personalità. Oggi afferma di voler essere d’aiuto ad altre persone, mostrando che «anche i momenti difficili si possono superare».
«L’asessualità non è una patologia né una deviazione, ma parte della mia identità. Non vedo nulla di sbagliato in questo, non faccio del male a nessuno e non evito i rapporti di coppia», chiarisce.

Aggiunge però che i pregiudizi sono frequenti: «C’è chi mi dice che non ho ancora incontrato la persona giusta, o che non ho avuto ‘il maschio vero’. Altri sostengono che sia una malattia da curare. Alcuni insinuano che sia solo un’invenzione del XXI secolo. Tutto questo è offensivo e falso: l’asessualità è sempre esistita, solo che in passato era taciuta».

Ha iniziato a rendersi conto del proprio orientamento a 15 anni: «L’idea del sesso mi era insopportabile. A vent’anni ho provato ad avere un rapporto, perché pensavo di doverlo fare. Amavo la persona con cui stavo, ma il sesso è stato terribilmente spiacevole. L’ho fatto solo per paura di essere lasciata». Con le relazioni successive ha continuato a lottare: «Mi sforzavo, rimandavo, inventavo scuse. Questo logorava i rapporti e spesso li faceva finire».
La scelta di dichiararsi apertamente ace, racconta, ha reso le cose più chiare: «Ora le mie partner lo sanno dall’inizio. Se decidono di stare con me, è con questa consapevolezza».

Anche l’ambiente familiare non sempre è comprensivo. «Mia sorella lo rispetta, ma lo trova disgustoso. Mia madre dice che sono strana e che non è sempre stato così. Mio padre non lo sa. Gli amici invece lo prendono bene, a volte ci scherziamo», spiega.
Non mancano episodi dolorosi: «Una ragazza mi propose di stare con me ma avere rapporti con altre. Le ho risposto: “No, grazie”. Non voglio compromessi di quel tipo».
Nonostante il rifiuto verso il sesso, Natálie vive a pieno l’affettività. «Mi innamoro delle donne, provo una forte attrazione romantica ed emotiva. Non ho bisogno del sesso per amare. È un altro tipo di connessione».

Le capita di sognare episodi erotici, ma sottolinea: «Al risveglio non provo alcun desiderio reale».
Alla domanda se l’asessualità possa cambiare col tempo risponde netta: «Può essere così per chi ha vissuto traumi. Per me no: sono fatta così da sempre».
Oggi Natálie usa TikTok e Instagram per condividere la sua esperienza. «Molte persone mi scrivono per confidarsi, perché sentono che con me possono essere se stesse. Alcuni hanno trovato grazie a me la forza di cercare uno psicologo. Questo mi fa capire che parlare serve». In futuro vorrebbe diventare peer consultant, cioè consulente alla pari, per aiutare chi affronta percorsi simili.

E conclude: «Quando qualcuno vuole davvero stare con me, ci sta anche senza sesso. Non è semplice, ma è possibile. Non siamo soli: più si parla di asessualità, più sarà accettata».

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