La “A”, un fantasma in America Latina
In Colombia e in gran parte dell’America Latina, la realtà delle persone asessuali resta tra le meno riconosciute anche all’interno della comunità lgbtqia+. Nonostante la lettera “A” rappresenti l’asessualità nell’acronimo, l’orientamento asessuale continua a essere percepito come una stranezza o un’anomalia, e spesso viene ignorato del tutto.
Secondo la Asexual Visibility and Education Network (AVEN – Rete per la Visibilità e l’Educazione sull’Asexualità), l’asessualità è la mancanza di attrazione sessuale verso altre persone. Ma nel contesto latinoamericano, definirsi asessuali può ancora portare a isolamento, discriminazione o addirittura violenza. Una recente indagine della Federación Estatal de Lesbianas, Gais, Trans, Bisexuales, Intersexuales y más (FELGTBI+ – Federazione Statale di Lesbiche, Gay, Trans, Bisessuali, Intersexuali e altri) ha rilevato che una persona asessuale su dieci è stata vittima di aggressione fisica o sessuale nel 2024.
Le organizzazioni come Asexuales Colombia raccontano che le esperienze più comuni sono quelle dell’invisibilizzazione e del rifiuto sociale. Molte persone si vedono costrette a consultare psicologi, psichiatri o leader religiosi per cercare una “cura” a un’assenza di desiderio sessuale che viene ancora letta come un disturbo. “Llegué a creer que estaba enferma por no querer sexo” (“Arrivai a credere di essere malata perché non volevo fare sesso”), racconta una delle attiviste colombiane. Un’esperienza condivisa in tutta la regione.
La pressione sociale ad adeguarsi a modelli convenzionali – coppia, matrimonio, figli – è ancora fortissima in America Latina, come sottolinea Laura Anahí Charles González, attivista e fondatrice di Asexuales México: “Los roles de género tradicionales, las expectativas de matrimonio y maternidad, y la fuerte influencia religiosa dificultan que las personas asexuales puedan nombrarse y ser reconocidas” (“I ruoli di genere tradizionali, le aspettative di matrimonio e maternità, e la forte influenza religiosa rendono difficile per le persone asessuali potersi nominare ed essere riconosciute”).
In risposta a questa marginalizzazione, sono nati spazi di supporto e visibilità. In Colombia, gruppi online si sono trasformati in comunità locali dove condividere vissuti, informare e normalizzare le varie sfumature dello spettro asessuale. Esperienze come quelle delle persone demisessuali o greysessuali iniziano ad avere un linguaggio e una rappresentazione pubblica.
Anche a livello regionale, la mobilitazione cresce. Asexuales México ha partecipato a marce dell’orgoglio nonostante la resistenza iniziale da parte di altri gruppi lgbtqia+, mentre iniziative come l’International Asexuality Day promuovono contenuti in spagnolo e portoghese, abbattendo le barriere linguistiche che spesso frenano la visibilità.
Michael J. Doré, portavoce di AVEN, invita alla pazienza: “Tómate tu tiempo. No hay prisa por etiquetarte (…) No estás solo. Hay una comunidad allá afuera que te puede ayudar a entenderte mejor” (“Prenditi il tuo tempo. Non c’è fretta di etichettarti (…) Non sei solo. C’è una comunità là fuori che può aiutarti a capirti meglio”).
In America Latina dove la sessualità è spesso legata a valori morali, religiosi o familiari, l’asessualità è ancora letta come negazione. Eppure, le voci asessuali latinoamericane reclamano uno spazio dove vivere la propria identità senza compromessi, riscrivendo i significati di affetto, intimità e legittimità.