“Microaggressioni” nei confronti delle persone asessuali

Una laureanda alla Columbia University, Aasha Foster, ha pubblicato la sua tesi su quelle che lei chiama le “microaggressioni” nei confronti delle persone asessuali.

La Foster ha trovato diversi tipi di “microaggressioni” nei confronti delle persone asex, che ha diviso in due “dimensioni”, a loro volta suddivise in diverse “categorie”.

La prima “dimensione” si riferisce a quello che lei chiama invisibilità sociale, che vedrebbe, appunto, rese invisibili tutte quelle persone che non vorrebbero sottostare ai ruoli specifici della sessualità. Ad esempio, viene riportata un’opinione di una partecipante ventenne alla ricerca che fu effettuata da MacNeela & Murphy nel 2014: “nella maggior parte dei casi, la gente semplicemente cancella l’ipotesi asessuale, in modo da potere continuare ad asserire che tutti gli esseri umani sono fondamentalmente sessuali”.

Aasha Foster

Le categorie di questa dimensione sono la negazione dell’identità, quando, ad esempio viene detto che l’asessualità non è un orientamento come gli altri, la combinazione con altre esperienze LGBTQ, per cui si assume che una persona non eterosessuale debba, in qualche modo, finire negli altri orientamenti stabiliti (di solito soltanto gay e lesbiche, problematica, questa, comune con le persone bisessuali nda), una visibilità dannosa nei media, dove le persone asessuali, quando non vengono semplicemente ignorate, vengono mostrate come asociali ed incapaci nelle relazioni umane finché non trovano la mitica “persona giusta” (per quanto, dobbiamo dire, sia stata una buona notizia il lavoro fatto dagli autori di Bojack Horseman nell’evitare di stereotipare troppo il personaggio di Todd) ed una aspettativa di sessualità attiva, laddove si verificano accuse, insulti, forzature, fino ad arrivare alle minacce fisiche vere e proprie quando, ad esempio, in un appuntamento, una persona asessuale si rifiuti di “concedersi” per un periodo considerato “troppo lungo”.

La seconda dimensione presa in esame, è la cancellazione per riconoscimento distorto. Per quanto il concetto possa sembrare strano, è quando l’asessualità viene, sì, riconosciuta, ma viene vista, ad esempio, come la conseguenza di un trauma o di una brutta esperienza sessuale.

Questa dimensione contiene sue categorie. La prima è, appunto, il dare per scontata una patologia. In questo caso, le altre persone cercano di curare in tutti i modi l’asessualità di chi hanno vicino, attraverso il suggerimento di un trattamento ormonale, attraverso la psicoterapia, fino ad arrivare a metodi molto più invasivi e violenti che includono anche il cosiddetto stupro correttivo. Nella seconda categoria finiscono invece le microaggressioni che danno per scontato che l’asessualità sia solo una fase. Spesso, questa categoria si fonde in larga parte con la precedente. Gli asessuali sono descritti come persone in uno stato di immaturità sessuale, (persone) “regressivamente pre-sessuali o traumaticamente post-sessuali”, quindi, non solo si presuppone una qualche immaturità, ma si dà ad intendere che le persone asessuali non mantengano le aspettative del loro ruolo come esseri umani.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi